QUOTE (Kaonashi @ 13/7/2005, 12:51)
Guarda, rispetto pienamente i tuoi punti di vista, ma consentimi almeno di dire che c'è ben di peggio di Monster in giro, e, mi dispiace, ma io di Urasawa non posso che consigliare a tutti la lettura, perché egli è IL mangaka.
Ma infatti il thread non chiede qual è il manga più brutto (tra quelli che ho preso presumibilmente Miyukichan Nel Paese Delle Meraviglie delle Clamp), ma qual è quello più deludente. E in rapporto tra le mia aspirazioni (dopo aver letto 20th Century Boys mi sono anch'io innamorato di Urasawa) e i risultati direi che sono rimasto deluso, e parecchio. è proprio perché avevo delle grandi aspettative che sono rimasto con l'amaro in bocca.
Fermo restando che per me non raggiunge comunque la sufficienza, come manga, Monster. Ho provato a rileggerlo ma sono arrivato a metà e mi sono fermato perché per me era un'agonia.
QUOTE
Sul buonismo però consentimi un appunto: seguendo il tuo ragionamento, alla fine non si salverebbe niente del panorama anime-manga... a parte forse Evangelion?
Non posso certo dire che Monster abbia un happy-ending. IMHO è un ending serio e realista: Tenma mica è detto che avrà una vita felice tutta rose e fiori, e Johan può benissimo essere investito da un camion dopo
essere fugglito dall'ospedale. Ma se anche così non fosse: che vita lo aspetta?
Buonista è il finale di la guerra dei mondi, ad esempio, perché la felicita non è preclusa a nessuno dei protagonisti, ed è un dato di fatto. Ma in Monster la vita felice dei protagonisti la devi voler vedere tu, se sei di indole ottimista. Io non lo sono molto, e quindi per me Johan ha lasciato su tutti un segno che sarà difficile lavare via...però è anche giusto che ci sia una speranza per tutti...non so se riesco a farmi capire!
CIAO!
Ci sono diversi modi di tratteggiare le persone.
C'è quello realistico, che non parla di persone buono o persone cattive in maniera netta, ma parla di persone magari con obiettivi differenti che le spingono a comportarsi in modi diversi; che mostra inclinazioni alla malvagità o alla bontà, senza comunque nel cadere nell'identificazione precisa di buoni e cattivi.
Poi c'è quello invece manicheo ed ingenuo di presentare le persone a schieramenti, buoni, cattivi. Se un buono fa qualcosa di cattivo resta comunque un buono. E per un cattivo di contro non c'è redenzione.
Ed infine c'è quello buonista, da "una speranza c'è per tutti", che è quello tipico di Monster. I killer ormai sono diventati talmente affabili, gentili, e ti commuovono con la storiella dello zucchero nel caffé, che ti scordi persino che siano stati degli assassini. Beh, troppo facile così.
A me piacciono le evoluzioni, pensate e sensate, dei personaggi. I cambiamenti di punto in bianco, per quanto possano essere lirici i momenti d'intermezzo (che siano cucchiaini di zucchero, gusto per la buona tavola, o l'amore per la terra che dà solo buoni frutti), repentini, narrativamente parlando mi sono indigesti.
Credo nelle crisi di coscienza, credo nelle trasformazioni operate dalla volontà o dai grandi eventi. Alle epifanie sulla via di Damasco però credo davvero poco.