Milano Criminale 3, articolo di Gianlorenzo Barollo

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ro-mario
view post Posted on 18/12/2007, 16:52




Milano criminale terzo capitolo

Capelli lunghi e basette, distintivo in una mano e pugno risolutore per le mascelle di ogni malvivente. No, non sono Starsky e Hutch. Del resto non viaggiano su una rombante Gran Torino, ma più modestamente sgommano con la classica alfetta d’ordinanza color verde oliva. Sono l’ispettore Lorusso e il commissario De Falco, coppia di sbirri anni ‘70 a caccia di banditi dal mitra facile e col mito dello “sgobbo” (il colpo) che li renderà ricchi. Sono loro i protagonisti di Milano criminale, fumetto vintage che rievoca i fasti del cinema d’azione made in Italy. Tutto nasce dalla mente di Diego Cajelli, sceneggiatore dei titoli bonelliani Napoleone, Dampyr e decine di altre testate. Un verace appassionato di film di genere che non nasconde le fonti di Milano criminale, ossia un solido serbatoio di film e libri.
<la Milano dove si muovono De Falco e Lo Russo - ha spiegato Cajelli in occasione della presentazione dell’albo all’Arcadia - è uscita dai libri di Giorgio Scerbanenco e dai film d’azione italiani anni ‘70 cominciando da “Milano calibro 9” e i “Milanesi ammazzano il sabato sera” per arrivare al poliziottesco. E in effetti il risultato si discosta dal noir, è un racconto molto dinamico dove l’azione è la componente principale rispetto al dialogo>.
Milano criminale è un vero piacere per gli occhi. Gli scenari sono tratti con cura e rigore grafico dalla Milano dell’epoca, una città che contendeva a Torino il ruolo di capitale economica d’Italia. Aguzzando la vista si colgono decine di particolari: pubblicità (Peroni, Cynar, bottiglie di Jb), maglioni dolcevita ed eskimo, slogan politici sui muri, vecchi tram e auto che farebbero la gioia di collezionisti del volante.
<ci siamo documentati con vecchie fotografie per riprodurre gli sfondi originali dell’epoca - spiega Giuseppe Ferrario, disegnatore e cartoonist, che ha prestato il suo tratto morbido e fluente al progetto - oppure abbiamo lavorato con i film girati in quegli anni sfruttando il fermo immagine per riprodurre determinate inquadrature. Si possono così vedere scorci reali di quel periodo come via Moscova, le case occupate o la prospettiva dei navigli>.
Anche il colore dà la cifra del racconto. Tinte selezionate, a volte velate da una patina che pare presa a prestito dalle vecchie foto degli album di famiglia. L’addetto al “technicolor” Flavio Fusone spiega: <anche questo è un effetto ricercato, le tinte sbiadite o squillanti, le vernici ossidate o arrostite dal sole sulle auto. Sono elementi che arricchiscono l’ambientazione. Inoltre sono stati usati colori specifici per caratterizzare una situazione, come il verde per la notte o l’arancio per le scene nel tunnel>.
Altro elemento di qualità evidente è il linguaggio: secco e sornione per i poliziotti e la mala, slang e inflessioni dialettali per le comparse. Proprio come in un B movie made in Italy.
La squadra degli autori di Milano criminale si è conosciuta realizzando il progetto della Costituzione a fumetti, un’operazione lampo che però ha consentito a Cajelli e company di sintonizzarsi sull’interesse comune: i film di Fernando Di Leo e Umberto Lenzi, le gesta del biondo dal grilletto facile Maurizio Merli e dell’imprendibile driver Luc Merenda e soprattutto la Milano vista sotto la lente della criminalità organizzata. La stagione, ahimè breve, del film d’azione tricolore venne per lo più disprezzata dalla critica d’allora. Negli ultimi anni invece si è vissuto un robusto revival a colpi di riscoperte e “perle” dimenticate. Detto questo, il genere potrà anche non piacere, ma ha senza dubbio il pregio di restituirci l’ambientazione e il clima di un Paese, e principalmente di una città - Milano -, che cresceva in fatturato maturando aspre contraddizioni sociali e politiche. Un terreno fertile per storie adulte e noir che rientrano nella scenografia e nella trama del fumetto.
Il progetto di Milano Criminale si è sviluppato nell’arco di qualche anno: il primo capitolo delle avventure di De Falco e Lorusso è una breve storia di 16 pagine disegnata da Maurizio Rosenzweig (autore del gustoso bonus di chiusura “L’ispettrice Luciana Cassini”), poi esce un albo in bianco e nero con le tavole di Marco Guerrieri intitolato “La banda del muto”. E ora i due sbirri più tosti di Milano si giocano la reputazione nell’episodio intitolato “La città esige vendetta”.
Il nuovo Milano Criminale era inizialmente concepito come un volume unico, ma non appena è circolata la voce in internet l’attesa è cresciuta e per accelerare i tempi l’editore ha deciso di uscire subito dividendo la storia in tre albi. Quindi per vedere la conclusione dell’intrigante avventura di Lorusso e De Falco occorrerà un po’ di pazienza. Per ingannare l’attesa un consiglio: godetevi un sano ripasso dei classici “Milano odia: la polizia non può sparare”, “Milano rovente”, “Il clan dei calabresi”, “Banditi a Milano” ecc, ecc.
 
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