Italiani sui Comics USA, ... il made in Italy dilaga

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Leonardo84
view post Posted on 18/10/2007, 15:43




E' da un pò che ci rifletto sopra e mi piaceva poi discuterne con tutti voi. Da tempo ormai stiamo asistendo ad una vera invasione di italiani negli USA.
Qui di seguito posto alcune cover abbinate ai nomi degli artisti Italiani.

Mauro Cascioli TRIAL OF SHAZAM 11
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Mario Alberti COUNTDOWN TO MISTERY 5
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Gabriele Dell'Otto THOR 2
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Giuseppe Camuncoli MISS MARVEL SPECIAL
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Sergio Toppi 1602 NEW WORLD 1
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Marco Turini ANT UNLEASHED 1
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Stefano Caselli AVENGERS: THE INITIATIVE 7
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Marco Checchetto SPIDER-MAN de IL GIORNALINO
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Giancarlo Olivares SPIDER-MAN de IL GIORNALINO
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Giorgio Cavazzano L'UOMO RAGNO: IL SEGRETO DEL VETRO
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Claudio Villa DEVIL & CAPITAN AMERICA: DOPPIA MORTE
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Claudio Castellini WOLVERINE THE END 1
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Andrea DiVito THE THING 1
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Carmine DiGiandomenico BATTLIN JACK MURDOCK 1
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Simone Bianchi WOLVERINE 50
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Alberto Ponticelli MARVEL KNIGHTS 1
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E' davvero eccezionale il talento italiano, in tutte le sue forme ed i suoi stili. In un certo senso sono anche orgoglioso di questi compatrioti che portano avanti il marchio italiano all'estero. Già in italia abbiamo migliaia di talenti (ognuno a suo modo fantastico e speciale), ma vedere finalmente gli USA accorgersi in modo massiccio dei nostri autori è IMHO una cosa meravigliosa.
 
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Federico Memola
view post Posted on 18/10/2007, 17:19




Buffo, hai saltato proprio Carnevale.

Comunque sì, bello che gli Stati Uniti (e la Francia, dove gli italiani sono ancora di più) si accorgano della bravura dei nostri autori. Un po' meno bello che molti di loro lavorino all'estero perché qui da noi non riuscirebbero.

A parte il fatto che la fuga di cervelli negli altri campi viene sempre considerato un problema (in fondo, sono autori italiani che producono ricchezza per case editrici straniere) c'è anche un altro discorso da fare, ed è che il fumetto italiano (non gli autori) non conta veramente più nulla. Se un disegnatore lavora per la Marvel o la DC Comics (o su qualche personaggio francese) il suo nome fa più o meno il giro del mondo. Se disegna Tex o Dylan Dog (per tacere di tutti i personaggi italiani meno famosi) non valica i confini di casa (sempre come popolarità). Non parliamo poi di fumetti non seriali. All'estero il fumetto italiano, oggi, è ancora rappresentato da Corto Maltese e dalle donnine di Manara (escludo Giardino e Serpieri perché ormai producono direttamente per il mercato francese), tutto quello che è venuto negli ultimi trent'anni è rimasto in Italia.

Ci sarebbe da ragionarci un po' su.

Ciao,

Federico
 
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Leonardo84
view post Posted on 18/10/2007, 17:59




Ciao Federico! Si in effetti ne ho saltati molti, anche se spero di recuperarne un pò a breve (stavo diventando scemo a trovare disegni e nomi). :prrr: Il fatto della "fuga di cervelli" da te esposto è vero, ma è altrettanto vero che oltreoceano non accettano di tutto ma solo ciò che vogliono in quel momento. Non vivendo negli States non so come percepiscono il fumetto italiano e purtroppo ho solo la mia percezione di italiano verso i prodotti delle altre nazioni. Sarebbe interessante conoscere opinioni anche di chi vive all'estero...
 
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ro-mario
view post Posted on 18/10/2007, 18:47




qualche nome "saltato", a parte Massimo Carnevale:
Riccardo Burchielli
Davide Gianfelice
Werther Dell'Edera
Luca Rossi
Federica Manfredi
Giuseppe Ferrario
Marco Checchetto
Cristiano Cucina
Franco Urru
David Messina
Giuseppe De Luca

ce ne sono sicuramente altri (non ho inserito Claudio Castellini e Stefano Raffaele, pubblicati ormai da anni negli USA).

p.s.: e non ho mai capito di che nazionalità sia Rodolfo Migliari...

comunque: sono d'accordissimo con Federico.
A parte un certo interesse della Vertigo per gli autori di John Doe, nessuna casa editrice straniera conosce la nostra produzione, seriale o "autoriale" (anche se mi dicono che Ausonia vada davvero forte, in Francia).
Così, tanto per fare un esempio, gente come Milazzo o Mastantuono vengono sì arruolati dai francesi, ma come "uno tra tanti". Dire che si è disegnato per vent'anni Dylan Dog o Tex (m'immagino la faccia di un editor americano: "Julia CHI?!?") non dà nessun credito. I nostri personaggi migliori sono praticamente sconosciuti nei maggiori mercati mondiali (in America Dylan, Dampyr e compagnia bella hanno chiuso con ignominia, in Francia sono da poco state soppresse le pubblicazioni bonelliane -persino Tex-, e ci sono flebili speranze rappresentate dalla recente uscita di due albi di Magico Vento... non parliamo del Giappone, paese "chiuso" per definizione).
Eppure....
eppure siamo uno dei mercati più importanti e, soprattutto, la qualità media dei nostri autori è altissima.
Perché?
io c'ho stà fissa del formato.........
 
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marcoturini
view post Posted on 19/10/2007, 13:32




''io c'ho stà fissa del formato.........''


A mio parere non e' solo il formato...anche, ma non solo....


Io credo che l'ostacolo maggiore sia nel linguaggio.

Prendiamo Tex e Blueberry ad esempio, Tex e' scritto con l'intento ( riuscitissimo ) di allietare mezz'ora di treno oppure una serata prima di addormentarsi, Blueberry e' scritto per un pubblico piu' attento e da libreria.

In Bonelli sono molto attenti ad essere comprensibili e chiari, anche perche' sanno che i loro albi vanno in mano a lettori che potrebbero essere distratti durante la lettura ( immagino la scena del treno ad esempio)....la scrittura Francese ( ma anche americana ) a volte e' meno chiara e da per scontato che il lettore sia meno distratto.
Cio' non determina la differente qualita' ( alcuni Tex non hanno niente da invidiare ai migliori Blueberry!) ma solamente un linguaggio differente.

Il risultato? che ad un lettore abituato alla scrittura francese un albo ''Bonelliano'' appaia piu' ingenuo....ovviamente non e' cosi', si tratta solo di diversita' di linguaggi ma io credo che taluni percepiscano questo.


marco
 
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ro-mario
view post Posted on 19/10/2007, 14:49




CITAZIONE
Il risultato? che ad un lettore abituato alla scrittura francese un albo ''Bonelliano'' appaia piu' ingenuo....

e, anche, decisamente più "lento"...

comunque hai ragione: il discorso sul formato è decisamente più ampio........
 
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Federico Memola
view post Posted on 19/10/2007, 15:04




CITAZIONE (ro-mario @ 18/10/2007, 19:47)
o uno dei mercati più importanti e, soprattutto, la qualità media dei nostri autori è altissima.
Perché?
io c'ho stà fissa del formato.........

Beh, di certo non aiuta. Eppure i nippi si sono imposti al resto del mondo. E c'è da dire che non è che gli altri generi (e formati) di fumetti che si producono in Italia vengano poi venduti con successo all'estero.

Rimane il fatto che in Italia, per esempio, pubblicare un fumetto a colori (in formati compatibili con i mercati esteri, per giunta) costa troppo per quello che è il mercato fumettistico italiano attuale, e quindi non ci si riesce, è più facile aspettare che gli autori italiani piazzino il prodotto all'estero e poi comprarne i (molto più economici) diritti per l'edizione italiana.

Posso anche portare le mie esperienze personali:

Agenzia Incantesimi è un successo perché il costo di produzione (NOn quello di stampa) è il medesimo degli albi in b/n: il compenso per la colorazione viene ottenuto diminuendo di una piccola parte quello del disegnatore e di una consistente parte quello dello sceneggiatore.

Harry Moon è stato realizzato perché sia che Pueroni abbiamo lavorato completamente gratis (e infatti ancora non ha trovato un editore!)

Altre produzioni che vedo realizzate a colori sono albi destinati a un circuito estremamente ristretto e venduti a prezzi elevatissimi. Prodotti che poi è difficile rivendere all'estero perché, al di là della qualità, hanno uscite così diradate (proprio a causa delle copndizioni in cui vengono realizzati) che risultano poco appetibili per le case editrici straniere. Fumetti che sono quasi tutti destinati (alcuni immeritatamente) a finire nel dimenticatoio nell'arco di pochi anni

Ciao,

Federico


CITAZIONE (marcoturini @ 19/10/2007, 14:32)
''io c'ho stà fissa del formato.........''


A mio parere non e' solo il formato...anche, ma non solo....


Io credo che l'ostacolo maggiore sia nel linguaggio.

Prendiamo Tex e Blueberry ad esempio, Tex e' scritto con l'intento ( riuscitissimo ) di allietare mezz'ora di treno oppure una serata prima di addormentarsi, Blueberry e' scritto per un pubblico piu' attento e da libreria.

In Bonelli sono molto attenti ad essere comprensibili e chiari, anche perche' sanno che i loro albi vanno in mano a lettori che potrebbero essere distratti durante la lettura ( immagino la scena del treno ad esempio)....la scrittura Francese ( ma anche americana ) a volte e' meno chiara e da per scontato che il lettore sia meno distratto.
Cio' non determina la differente qualita' ( alcuni Tex non hanno niente da invidiare ai migliori Blueberry!) ma solamente un linguaggio differente.

Il risultato? che ad un lettore abituato alla scrittura francese un albo ''Bonelliano'' appaia piu' ingenuo....ovviamente non e' cosi', si tratta solo di diversita' di linguaggi ma io credo che taluni percepiscano questo.


marco

Anche questo è vero. Il ritmo di un bonellide è lento, per l'estero. Per noi pagine e pagine di gente che parla sono normali, negli Stati Uniti (parliamo del genere avventruoso, indipendentemente dal fatto che sia supereroistico o meno) scandalizzerebbero, ma anche in Francia o in Giappone apparirebbero verbose e noiose.

Ciao,

Federico
 
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Leonardo84
view post Posted on 19/10/2007, 19:14




@ Federico

Concordo che Paese dove vai formato che trovi e che è funzionale solo a quel paese. Però, ad esempio, anche negli States hanno provato un formato "bonellide"-"topoliniano", vedi ad esempio i DAMPYR e i NATHAN NEVER (che vabbeh un successo ahimè non lo sono stato), oppure i digest della Marvel dove raccoglievano storie tipo Spider-Girl, Runaways, Sentinel etc etc, che comunque eran un discreto successo se proposti in quel formato (e son sicuro, in ambito extra Marvel di aver visto pure qualcosa di Spawn). Sempre in ambito "supereroi" i tp o gli Essential, i Masterworks o gli Archives, gli Absolute o le HC, sono comunque prodotti con origini non tipicamente americane (mi riferisco al numero di foliazioni) e a cui il pubblico americano può comunque non essere abituato.. Se su un albo di 24 pagine ho attenzione potrei comunque non averla su un tp che ha 6 volte di più le stesse pagine (e il fatto che comunque si presentino pause ideali IMHO non conta poi molto).
 
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ro-mario
view post Posted on 19/10/2007, 19:22




secondo me, il formato bonelliano -a cui riconosco miriadi di pregi- ha alcuni difetti che lo rendono improponibile all'estero (ma non ne avevamo già parlato tempo fa?):

- disegni poco spettacolari (colpa sia delle dimensioni -anche se mi si potrebbe obiettare "e, allora, i manga?": è un dato di fatto che il formato francese e quello comic-book permettono disegni più d'impatto- che di una presunta "rigidità" della gabbia;
- 96 pagine sono lunghissime: giocoforza, i ritmi sono lenti. A volte lentissimi. E ci sono troppi dialoghi.
 
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8 replies since 18/10/2007, 15:08   484 views
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