ro-mario |
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| una storia bellissima, non ai livelli dei primi numeri di Sclavi, ma certamente al di sopra del 98% delle storie pubblicate negli ultimi 5 anni (a questi livelli, forse, ci sono solo "Marty" e "L'ospite sgradito"). E' una "non-storia": un incubo o, forse, un episodio reale... Sclavi è un maestro della scrittura e ce lo conferma anche in questo caso: Dylan E' Dylan (l'affermazione non è così scontata come si potrebbe pensare) e Sclavi accompagna lui ed il lettore in un vortice di avvenimenti, di risvegli e di nuovi incubi fino (forse) alla rivelazione finale. I disegni... beh: poco da dire: sono spettacolari. Ed assolutamente funzionali alla storia (altra affermazione non così scontata): Brindisi è uno di quei grandissimi che non ricerca gli "ohh!" di meraviglia del lettore (finendo poi, magari, col perdersi in sterili esercizi di stile), ma si mette sempre al servizio della sceneggiatura. Il ritmo di lettura -viste anche le numerose splash-pages senza dialoghi- sarebbe troppo veloce, se i disegni non fossero così spettacolari da "obbligare" il lettore a fermarsi un pò di più su una vignetta, prima di passare a quella successiva. Ottima anche la colorazione: nonostante non sia stata affidata allo stesso colorista del ventennale (che era stato bravissimo ma che ha abbandonato i colori per cercare di sfondare come disegnatore completo) conferma un cambio di tendenza in Bonelli: finalmente i colori non vengono considerati solo un "omaggio" al lettore (che, quindi, deve accontentarsi di ciò che passa il convento), ma una componente importante della storia e, di conseguenza, sono molto più curati. Voto: 9
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