Arisu3 - La traditrice della Foglia

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view post Posted on 20/5/2007, 19:44
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Come nella 2^ f.f. ho inserito altri personaggi ^^
Buona lettura!^^

Capitolo 1°: La missione
Era passato un anno da quando Orochimaru aveva attaccato Konoha. Ora Arisu, era diventata molto brava a controllare il marchio e, riusciva a non farlo espandere tanto facilmente.
Ora al Villaggio c’era la pace, una quiete che non richiedeva più l’aiuto di altri ninja. Infatti, gli amici e le amiche di Arisu erano tornati ai loro villaggi. La ragazza c’era rimasta male, ma si era promessa che una volta all’anno sarebbe andata a trovare tutti quanti.
Arisu era lì. Lì, nella sua camera, distesa sul suo letto a fissare il soffitto. Shizune entrò nella stanza.
-Arisu?
-Si?!
-Tua madre ti vuole parlare…
-Arrivo!
La ragazza saltò giù dal letto e seguì Shizune fino all’ufficio di Tsunade.
-Ciao mamma!
-Ciao Arisu…voglio che tu vada in missione!
-Wow!
-Shizune, illustra il problema.
Shizune si schiarì la voce:
-Allora…Pina Hyuga, figlia adottiva di Hiashi Hyuga…
-Lo sapevo, vai al dunque Shizune…
La incitò Arisu.
-Si, allora…un contadino l’ha vista con Itachi Uchiha alle porte del Villaggio.
-Quando?
-Il giorno in cui l’esercito di Orochimaru è stato sconfitto…
Arisu era perplessa.
-E cosa ci dovrebbe fare Pina con Itachi?
Prese la parola Tsunade:
-Pina, secondo Hiashi Hyuga, era molto amica di Itachi…
-Molto amica? Non mi risulta…
-Insomma, mi vuoi lasciar finire di parlare?!
Tuonò Tsunade.
-Si, scusami mamma…
-Stavo dicendo…Hiashi Hyuga, mi ha detto che Pina era una grande amica di Itachi…e forse…ed è più di un forse…c’era del tenero tra di loro…
-Erano fidanzati?
Arisu non ci stava capendo niente.
-Itachi è un nemico della Foglia! Così facendo, Pina diventa una nostra nemica.
La ragazza si sedette sull’angolo della scrivania della madre.
-Non capisco…come fa a Pina a piacergli uno come Itachi…
-A noi non ce ne frega! Tu devi indagare con Anko su questo fatto! Shizune, fai entrare Anko…
Shizune aprì la porta ed entrò Anko.
-Anko, sai già tutto…quindi…
-Si, farò come mi avete detto: eviteremo gli scontri diretti con Itachi, se mai lo trovassimo!
-Scontri? Diretti? Come?! Io voglio combattere con Itachi…tanto so che sono più forte!
-Arisu…lui ha quegli occhi speciali che…
-Non me ne importa! Io voglio pestarlo! Voglio scontrarmi con lui…non mi capiterà un’altra volta…
-Appunto! L’hai detto tu! Non capiterà un’altra volta: ti ucciderà!
Arisu rimase senza parole.
-Va bene…eviteremo gli scontri diretti…
La ragazza, seguita da Anko, uscì dall’ufficio.
-Maestra Anko?
-Si?!
-Se troviamo Itachi, cosa facciamo?
-Non lo so…comunque noi non dobbiamo trovarlo, ma solo indagare…
-E se lo trovassimo?
-Non dobbiamo scontrarci con lui!
-Si, ma lei lo lascerebbe andare?
-Perché mi fai certe domande?
-Risponda per favore!
-Ehm…non credo…lo tratterrei…almeno per riuscire a dare l’allarme a Konoha!
Arisu alzò lo sguardo verso il cielo e pensò:
-Pina, perché ci hai traditi tutti? Non eravamo la tua grande famiglia, come dicevi tu?

Capitolo 2°: Pina…!
Arisu e Anko uscirono dal Villaggio della Foglia.
-Maestra Anko, da che parte andiamo?
-Io direi di andare verso il bosco…
-Ok!
La ragazza iniziò a correre verso il bosco, seguita dalla sua maestra.
-Stop!
Arisu si fermò vicino ad un albero. Staccò da uno dei rami bassi un pezzo di tessuto nero foderato di rosso.
-Questo è un pezzo della tunica di Itachi…è un pezzo della sua divisa dell’Akatsuki.
-Sicura?
-Si…io l'avevo già vista la divisa dell'Organizzazione…
-Va bene…allora andiamo da questa parte!
Anko e Arisu continuarono a seguire questa traccia.
-Ci sono dei segni di sandali…e ci sono delle braci…qui è stato acceso un fuoco…
-Si, ha ragione maestra Anko!
-Andiamo!
Le due continuarono a correre. Raggiunsero un paesino. Si sedettero su una panchina.
-Cosa facciamo ora?
-Cosa?!
-Cosa facciamo? Qui se veramente ci sono passati, hanno fatto perdere le loro tracce…qui ci sono troppe persone…
-Si…è vero…ma non dobbiamo abbatterci! Piuttosto mangiamo qualcosa!
-Ok!
Le due si avviarono verso una via interna del paese. Arisu si scontrò, sbadata com’era, con una persona.
-Ahio!
-Pina?
La ragazza girò i tacchi e iniziò a correre.
-Pina, aspetta!
Arisu e Anko iniziarono a inseguire Pina.
-Tecnica della moltiplicazione del corpo!
Almeno una decina di copie di Arisu si dispersero per il paese nell’intento di fermare la fuggitiva.
-Maestra…cosa facciamo?
-Non ne ho idea…bisogna fermarla…
Pina balzò in una viuzza e scomparve.
-Per di qua!
Arisu e Anko entrarono nella via. Silenzio.
-E’ qua!
Ci fu un botto. Fumo. Un fumo nero.
-Un fumogeno…accidenti! Non ci vedo…
Pina scappò.
Dopo pochi minuti, Anko e Arisu tornarono a vedere, ma ormai Pina non c’era più.
-Cavolo! Non si può…l’abbiamo persa…
Arisu fu presa dallo sconforto.
-Non è detta l’ultima parola…tecnica dell’ombra della serpe!
Le due serpi di Anko presero qualcosa da un mucchio di spazzatura in ombra: un pezzo di stoffa.
-Ancora? Un pezzo di stoffa?
-Vuole farsi seguire...
-Cos’ha in mente?
-Non lo so…ma credo che ci voglia portare in una trappola anche se…
-Anche se?
-Potrebbe volere anche farci capire qualcos’altro…
-Non ti capisco…secondo te vorrebbe farsi seguire?
-Si! Ma non so a che scopo…
-C’è un solo modo per scoprirlo!
Arisu saltò dall’altra parte del muro, che divideva la strada dal vicolo, e seguì Pina. Anko fece lo stesso.
La ragazza arrivò in un ennesimo vicolo cieco. Lì, l’attendeva Pina.
-Arisu…
-Pina! Ma cosa cavolo…
-Non parlare! Lascia che io ti spieghi tutto!
-Ok…
-Sono scappata con Itachi…io lo amo…io…non voglio rimanere con la famiglia Hyuga…
Mentiva. Si vedeva dal suo sguardo. Arisu la conosceva bene.
-Non mentire a me…
Pina sentì un rumore. Scappò. Era arrivata Anko.
-Maestra Anko!
-Arisu, lascia perdere Pina…ho già mandato un messaggio a Konoha…
-Ah…
-Rilassati…tra un po’, arriveranno i ninja della squadra speciale e la porteranno indietro…
Anko accarezzo la testa di Arisu. La ragazza pensava:
-Ma perché non posso seguirla? Uffa…tutta colpa della mamma…io voglio portarla indietro…Pina è una mia amica…
-Tutto ok, Arisu?
-Si, si! Tutto ok! Allora si torna a casa?
-Certo!

Capitolo 3°: L’ultimo giorno felice…
Arisu e Anko tornarono al Villaggio della Foglia e si divisero. Una proseguì verso destra, l’altra andò verso il palazzo dell’Hokage. Sulla porta del palazzo, Shizune attendeva Arisu.
-Ciao…
-Ciao! La signorina Tsunade mi ha detto di dirti che…
-Che?
-Che…bhe, vuole parlarti…
-Si può fare un’altra volta…?
-Mi ha detto che sapeva che avresti risposto così. Quindi, mi ha detto di dirti che se non vai subito ti sospende dall’incarico di ninja…
-Cosa?! Corro!
Arisu con una velocità impressionante arrivò nell’ufficio di sua madre.
-Vedo che i ricatti hanno il loro effetto…
-Allora era una burla!
Tsunade rise:
-Si…comunque…
Fece una pausa.
-Voglio che tu ti alleni con Naruto e Sakura…
-Cosa?
-Si…Anko è un jonin speciale…in questo momento abbiamo bisogno di ninja di quel livello per dar loro delle missioni.
-Ma…ma…Anko è la mia maestra!
-Si…lo so…ma Kakashi sarà solo il tuo maestro fino a quando non troviamo Pina…
-Ma…
-Basta! Da domani prenderai parte alle lezioni di Kakashi…
Arisu voleva urlarle che non chiedeva mai la sua opinione su quello che la riguardava, ma riuscì e trattenersi.
-Ora vai a dormire…
-‘Notte!
-Buonanotte!
Arisu stava per uscire quando Tsunade la chiamò:
-Arisu…
La ragazza si voltò e la donna la baciò sulla fronte.
-Non prendertela…stai tranquilla…Anko tornerà la tua maestra appena concludiamo questo caso e acciuffiamo Pina, e magari Itachi…
-Ok…
Arisu sorrise e andò nella sua stanza.
L’indomani Arisu si svegliò presto e raggiunse il posto dove si tenevano le lezioni del gruppo 7: il tratto di fiume che passava nel bosco.
Subito arrivarono Naruto e Sakura e dopo quasi un’ora Kakashi.
-Maestro siete in ritardo!
Urlarono Naruto e Sakura. Arisu rimase zitta voleva che quella lezione finisse velocemente, siccome, non sopportava Kakashi.
-Buongiorno Arisu!
Arisu accennò un sorriso.
-Tua mamma mi ha detto che sarai mia allieva per un po’…
-Evvai! Avrò un’altra bella ragazza in squadra con me!
Urlò Naruto. Sakura colpì Naruto con un pugno.
-Allora? Arisu, ti va di mostrarci qualche tecnica? Voglio soltanto vedere fino a che punto controlli il chakra…
Arisu annuì. Prese la rincorsa. Saltò. Un pugno. Arisu colpì Kakashi.
Kakashi si alzò da terra:
-Complimenti…hai la forza di tua madre, ma non basta…
Il maestro si schiarì la voce.
-Devi anche usare le tecniche…
-Tecnica dell’evocazione del Drago di Fuoco!
Un Drago di fuoco comparve dal nulla.
-Brava…!
Kakashi non era affatto stupito. Arisu fece un cenno al Drago di Fuoco e questo ruotò su se stesso. Una pioggia di fuoco colpì l’uomo. Quando il fumo scomparve, al posto di Kakashi c’era un ramo di un albero.
-Arisu…sei brava…complimenti…ma non abbastanza…
Naruto e Sakura erano senza parole. Il maestro e la ragazza erano davvero forti.
-Arisu, conoscendo tua madre e tuo padre posso dire che sei degna figlia di tutti e due!
-Non nominare mio padre!
Arisu emise un chakra talmente forte che spazzò via gli alberi nelle vicinanze.
Kakashi e i due suoi allievi non riuscirono a dire nulla. Erano come pietrificati.
-Allora, ha qualcos’altro da dire?
Kakashi scosse la testa:
-Ora…bhe…passiamo al controllo del chakra. Voglio vedere come te la cavi a camminare sugli alberi e sull’acqua!
Arisu svolse tutti gli esercizi benissimo senza neanche un minimo errore. Quando tornò a casa si concesse una pausa dagli allenamenti, al chiosco del ramen.
-Un ramen per favore!
-Subito!
Rispose il vecchio proprietario. Dopo circa cinque minuti, la ragazza stava già mangiando il suo ramen. Un’ora dopo tornò a casa.
Andò nella sua stanza. Si immerse nei suoi pensieri.
-Dove sei Pina?
Si chiedeva.
-Perché ci hai lasciati senza una lettera, uno scritto che spiegasse la tua partenza? Perché?
Arisu non capiva. Distolse per un attimo lo sguardo dal soffitto. Qualcuno aveva bussato.
-Chi è?
-Sono io!
-Entra!
Tsunade entrò nella stanza.
-Kakashi mi ha detto che hai svolto tutti gli esercizi perfettamente…brava…
-Grazie…
Arisu sbuffò.
-Che cos’hai? Parla…
-Uno: perché non mi hai lasciato seguire Pina?
Due: perché mi hai messo nella squadra di Kakashi?
Tre: mi dispiace…ma non ho una terza domanda…
-Arisu…
-Mamma, non iniziare a dire “Arisu…” in quel modo!
-Ok, ok! Non ti ho lasciato seguire Pina perché è troppo rischioso…non voglio che tu corra il rischio di scontrarti con Itachi. E poi…perché Kakashi non ti va bene?
-Non lo sopporto! Tutto qua!
-Ma è un bravo maestro…e comunque ci rimarrai per poco…pare che Anko torni dalla sua missione a giorni!
-Davvero?
-Si! Davvero!
-Yap! Non vedo l’ora…
-Stavo pensando: e se ti allenassi io per il momento?
-Cosa?!
-Si…io sarei la tua maestra per un po’…cosa ne dici…
-Dico che…mamma sei un mito!
Arisu abbracciò la donna.
Un altro giorno era terminato. Ma il più terribile dei giorni doveva ancora arrivare. Sarebbe arrivato. Si, sarebbe giunto. Ma quando? Nessuno immaginava che il giorno seguente sarebbe stato terribile...

Capitolo 4°: Il furto del rotolo!
Era notte. Arisu era sveglia. Si rigirò per il letto. Nulla, non riusciva a dormire. Si alzò.
-Ora che faccio? Non posso girare per Konoha a quest’ora…
Uscì dalla stanza e percorse il corridoio. Arrivò nell’ufficio di sua mamma.
-E’ aperto…strano! Di solito lo chiude a chiave…
Arisu entrò nella stanza e accese la luce. Tutto tranquillo.
-Ora spengo la luce e chiudo la porta…
Quando stava per spegnere la luce, dalla scrivania cadde un fascicolo.
-E quello? Cos’è?
La ragazza raccolse i fogli del fascicolo. Gli capitò in mano un foglio strano. Lo lesse. Era una scheda personale.
-E’ la scheda di Pina!
Si sedette sulla poltrona dietro alla scrivania e inizio a leggere:
-Nome: Pina
Clan: Fuji – Hyuga
Breve storia: quando il Clan Fuji è stato eliminato Pina è stata adottata dal Clan Hyuga. La ragazza è stata marchiata con il sigillo della Casata Cadetta ed è stata allevata da Hiashi Hyuga.
Arisu era stupita.
-Marchiata? E da quando, Pina era nella Casata Cadetta?
Continuò a leggere:
-Subito dopo ha incontrato Itachi Uchiha. Quando Itachi eliminò tutti i membri del Clan Uchiha tentò di scappare con lui. A dodici anni entrò in accademia e si diplomò a pieni voti.
La ragazza ripose il foglio e sospirò.
-Allora aveva già provato a scappare con Itachi…
Qualcuno entrò nella stanza.
-Che ci fai qui?
-Shizune!
-Cosa stai facendo…?
-Ehm…non riuscivo a dormire…
-…e hai pensato di venire a rovistare tra le carte della signorina Tsunade?!
-No! Sono cadute e quando le ho raccolte…bhe, ho visto quel che ho visto…
Arisu indicò la scheda di Pina.
-Appunto per questo non dovevi venire qua…
-Bhe, infatti io non volevo venire qua…la porta era aperta!
-Aperta?
-Si…era spalancata…mi sono chiesta cosa ci facesse aperta a quest’ora, così sono entrata. Ho pensato che magari la mamma si era addormentata di nuovo sulla scrivania…
Shizune non fece finire di parlare Arisu e si precipitò vicino alla scrivania. Aprì un cassetto: era vuoto.
-Arisu, giura che non hai toccato nei cassetti!
-Io non rovisto dentro nei cassetti!
Replicò Arisu.
-Presto, vai a svegliare tua madre…è urgente!
-Vado, vado…
-Corri!
Arisu corse per il corridoio, raggiunse la stanza di sua mamma. Bussò. Nessuno rispose. Entrò nella stanza.
-Mamma…c’è un’emergenza!
-Shizune è finito il saké?
-Ma che saké! Qualcuno è entrato nel tuo ufficio!
-Cosa?!
Tsunade balzò giù dal letto.
-E tu come lo sai?
-La storia è lunga…comunque sbrigati! E’ un’emergenza!
La donna si vestì in fretta e uscì dalla stanza seguita dalla figlia. Arrivò nel suo ufficio. Lì era già presente la squadra Anbu.
-Shizune…vorrei una spiegazione!
-Signorina Tsunade, qualcuno ha rubato il rotolo proibito!
-Il rotolo proibito?
-Si, proprio quello.
Tsunade rimase senza parole. Si sedette.
-Chi è stato?
-Non si sa…Arisu è stata la prima a notare la cosa…
-Io non ho proprio notato niente…ero venuta qua perché la porta era aperta…anzi, io non riuscivo a dormire, per la precisione, così sono andata in giro per il corridoio e…ma che sto dicendo…
-Arisu! Spiegati con precisione…non sto capendo niente!
-Ok, ok! Mezz’ora fa mi sono svegliata e non sapendo cosa fare, sono uscita dalla mia stanza. Camminando per il corridoio, ho visto che la porta dell’ufficio era aperta, così sono entrata. Quando ho visto che era tutto tranquillo ho fatto per uscire, e un fascicolo pieno di schede personali è caduto. L’ho raccolto. Bhe, poi ho letto la scheda di Pina, ho riposto tutto e Shizune è entrata nella stanza.
-Hai notato qualcosa di strano?
Chiese il capo degli anbu.
-No…ho solo notato che la porta era aperta, mentre di solito Shizune o la mamma la chiudono sempre a chiave.
-Shizune? Stessa domanda…
-Non lo so…quando sono entrata Arisu era seduta alla scrivania…
-Arisu?
-Si, ero seduta lì, ma mi ci sono messa solo per leggere…
-Siete sicure di aver chiuso bene il cassetto?
Rispose Tsunade:
-Lo chiudo personalmente…lo sigillo addirittura…
-A chi toccava chiudere la porta questa sera?
-A me!
Shizune alzò la mano.
-Shizune…ma sei sicura? Non toccava a me?
Tsunade sembrava che non capisse niente di quello che si diceva.
-No, no! La chiudo sempre io quando lei, signorina Tsunade…bhe, quando lei ha alzato un po’ troppo il gomito…
-Avevate bevuto, Quinto Hokage?
Chiese l’anbu dalla maschera da gatto.
-Questa sera, no…
-Si, signorina Tsunade avete bevuto due bottiglie di saké.
-Già…
Ad Arisu sembrava che sua madre non fosse ancora del tutto sobria. Shizune sospirò.
-Quando la signorina Tsunade è andata a dormire, ho chiuso l’ufficio e l’ho sigillato…
-Va bene…per oggi è abbastanza…domani torniamo a fare qualche domanda…
Tsunade alzò il braccio in segno di saluto e gli anbu scomparvero in una nuvola di fumo.
-Signorina Tsunade lei poi è entrata ancora nell’ufficio…?
-No, non mi sembra.
La donna si massaggiò le tempie.
-Ora ho bisogno di dormire…sono stanca…mi fa male la testa…!
-Mamma, va tutto bene?
-Si, va tutto bene. Adesso vado a riposarmi!
Tsunade uscì dalla stanza.
-Shizune vai anche tu…rimango io, qui!

Capitolo 5°: Shizune non è Shizune!
-Arisu…
-Si, Shizune?
-Io…questa sera l’ho chiuso veramente il cassetto!
-Shizune, io ti credo!
-Bene…
-Shizune…che mi dici sul Clan Fuji?
-Il Clan Fuji?
-Si…
-Era il Clan di Pina…
-Lo sapevo già!
-Bhe…non so che dirti…
-Dimmi tutto ciò che sai…
-Ero stufa di stare in quel Clan! Erano solo degli stupidi quelli che c’erano come membri…
Arisu balzò davanti a Shizune a la bloccò contro il muro.
-Pina…prendi la tua forma…subito!
Shizune diventò Pina.
-Arisu…lasciami!
-Cosa credevi di fare?
-Io…io…
-Hai fatto bere due bottiglie di saké a mia mamma…ti rendi conto? Così poi sei entrata nell’ufficio, hai preso il rotolo e sei uscita…
-No, non è così…
-Già…dimenticavo…la porta non era sigillata…Shizune non sa usare molto bene i sigilli…non è brava in materia!
-Ma che brava…potresti fare l’anbu!
Arisu strinse la sua mano attorno al collo di Pina.
-Piantala di dire stupidaggini, dimmi dove sono il rotolo e dov’è Shizune!
-Non te lo dirò mai…!
Arisu strinse di nuovo. Pina tossì.
-Va bene…
La ragazza allentò la presa.
-Shizune è chiusa nei sotterranei e il rotolo…quello ce l’ha Itachi…
-Itachi?
-Si…io e lui siamo scappati insieme…presto l’Akatsuki avrà il rotolo…
-Maledetto…!
Pina rise.
-Cos’hai?!
-Niente…mi piace vederti soffrire…
-Pina, cos’hai? Non sei la Pina di sempre…quella che aiuta gli amici…quella che si occupa sempre di tutto e di tutti…
-Infatti…sono cambiata…ora…ora sono diversa…sono una Pina molto più forte…
-Sei solo una stupida! Itachi ti sta usando…
-Usando? Lui mi ama…presto ci sposeremo…
-Sposarsi? Con Itachi?
-Si…
Pina riuscì ad afferrare il polso marchiato di Arisu.
-Ahi!
-Ti faccio male?! Bene…così mi lascerai andare…
Arisu mollò la presa, Pina saltò giù dalla finestra. La figlia dell’Hokage non esitò e si lanciò all’inseguimento della traditrice.
-Fermati!
-Tecnica della moltiplicazione del corpo!
Duecento copie di Pina si sparsero per Konoha.
-Ora che faccio?
Pensò Arisu.
-Tecnica della moltiplicazione del corpo!
Duecento copie di Arisu iniziarono a cercare Pina.
-Devo chiamare i rinforzi…ma chi chiamo adesso?
Arisu correva. Inciampò. Cadde a terra. Si rialzò. Iniziò a piovere. Una pioggia fitta e sottile come aghi iniziò a cadere dal cielo.
-Se solo potessi avere un piccolo aiuto…!
Da una via laterale, balzò fuori Franzy.
-Franzy?
-Ciao Arisu!
-Franzy, ho bisogno di un aiuto!
-Qualunque cosa…
-Seguimi! Intanto ti spiego…
Franzy era una chunin sedicenne. Si diceva che fosse la sorella minore del Quarto Hokage, ma a tutti sembravano solo storie e non pura verità.
-Pina ha rubato il rotolo!
-Che rotolo?
-Il rotolo proibito!
-Oddio! Adesso, che cosa si fa?
-Se hai notato vagamente, davanti a noi ci sono centinaia di copie di Pina…
-Vedo!
-Vorrei che tu usassi il tuo sharingan per vedere se qui in mezzo c’è quella vera…
-Ricevuto!
Franzy controllava bene il chakra. All’età di sette anni era diventata genin. A otto anni era diventata chunin, a dieci anni aveva ottenuto lo sharingan nell’occhio destro e all’età di dodici anni sapeva usare quell’abilità innata molto bene.
-No, Arisu! Non c’è…
-Allora…oh, no! Non sarà per caso andata verso le porte di Konoha…
Arisu balzò in alto sui tetti, e iniziò a procedere velocemente verso le porte del Villaggio. Si mise a correre ad una velocità pazzesca.
-Arisu…non riesco a seguirti!
Le due ragazze raggiunsero le porte di Konoha. Pina era scappata e aveva fatto una strage di ninja. Cadaveri di anbu erano accatastati in mezzo alla via principale.
-E’ terribile...
Mormorò Franzy con un filo di voce.
-Vai a chiamare la squadra medica e gli ultimi anbu rimasti, poi manda ai sotterranei un gruppo di quest’ultimi…io sarò la ad aspettarli…!
Franzy annuì.
Arisu balzò di nuovo sui tetti di Konoha e iniziò a correre verso la Montagna degli Hokage.

Capitolo 6°: Alla ricerca di Shizune
Arisu correva. Correva veloce. Voleva raggiungere i sotterranei in fretta. Si sarebbero allagati se la pioggia continuava a scendere con questo ritmo.
Scese dall’ultimo tetto. La pioggia aveva reso i vestiti di Arisu bagnati e appiccicaticci e tutte le volte che la ragazza cercava di non bagnarli più del dovuto, questi era come se si ribellassero e diventassero più bagnati e pesanti.
Arisu entrò nella cavità che portava ai sotterranei. Era tutto buio. Non vedeva niente. Frugò nel portakunai. Non trovò nulla adatto da accendere per fare luce.
A tentoni raggiunse la scala per risalire. Uscì.
-Come faccio? Non si vede niente…
Le venne da piangere. Ricontrollò nel portakunai. Niente.
-Devo trovare Shizune…devo portarla fuori di lì!
Arisu si fece coraggio e tornò nei sotterranei. Le venne un’idea.
-Tecnica dell’evocazione del Drago di Fuoco!
Un drago fiammeggiante comparve accanto alla ragazza.
-Avanti Drago di Fuoco, fammi luce!
Il drago divenne incandescente e Arisu iniziò a vedere. Ormai l’acqua aveva raggiunto un livello troppo alto. La ragazza iniziò a camminare per il corridoio.
-Shizune! Dove sei?
Si sentì lo squittire di un ratto, poi nient’altro.
-Shizune!!!
Nessuna risposta. Arisu iniziò a pensare di essere arrivata troppo tardi.
-No, Shizune non può essere morta!
Scosse la testa e continuò a camminare. L’acqua si era alzata di nuovo. Doveva fare in fretta, ormai saranno stati sessanta centimetri d’acqua a impedire i movimenti della ragazza.
Arisu procedette al fianco del drago. Sentì un mugugnare. Una specie di lamento sommesso.
-Shizune!!!
Il lamento si placò per un attimo, poi riprese più insistentemente. La ragazza iniziò a correre. Non era affatto veloce. L’acqua era troppo alta, e Arisu non riusciva a muoversi molto bene.
-Shizune!!!
Il lamento divenne più intenso.
-Ci siamo quasi…!
Arisu arrivò alla fine del corridoio.
-Shizune!!!
Il Drago di Fuoco fece luce. Arisu non vedeva bene.
-Avanti…! Più luce!
Il drago divenne una specie di piccolo sole. Arisu si guardò intorno.
-Shizune!
La ragazza individuò l’amica legata, imbavagliata e immersa nell’acqua fino al collo. Arisu tolse il bavaglio a Shizune, poi la slegò.
-Come stai?
-Tutto bene…adesso respiro…! Se non fossi arrivata tu, sarei morta…
-Se non ci sbrighiamo, moriremo lo stesso!
Shizune si alzò da terra. L’acqua era diventata ancora più alta. Arisu e Shizune iniziarono a percorrere il corridoio. Arrivarono all’uscita. Era bloccata.
-Oh, no! E ora?

Capitolo 7°: Finalmente fuori
Arisu sentiva che l’acqua continuava a salire. La ragazza provò a spingere la porta dell’uscita. Niente da fare: era bloccata.
-Arisu, che cosa possiamo fare?
-Non lo so…ormai non ho più chakra…
Shizune tremava. L’aria era gelida. Arisu provò un’ultima volta a spingere la porta. Niente da fare.
-Cosa facciamo?
-Ci deve essere un modo per uscire di qui…Shizune, i sotterranei collegano tutto il Villaggio, giusto?
-Si!
-Quindi ci deve essere un’altra uscita!
-Si…adesso ricordo! Qui siamo sotto la Montagna degli Hokage, quindi…dovremmo trovare fra poco l’uscita per le sorgenti termali!
-Giusto! Andiamo!
Le due seguite dal drago iniziarono a percorrere il corridoio. Dopo un’ora di ricerca trovarono l’uscita. Arisu cercò di aprire la porta. Bloccata.
-E’ bloccata?
-Si…
Arisu tirò un pugno nella porta. La lamiera di cui era fatta si piegò leggermente, rendendo il flusso dell’acqua ancora più rapido e continuo.
-Cosa combini?!
La ragazza tirò un altro pugno alla porta. Niente: era bloccata.
-Siamo finite…!
-No dai…non dire così, Shizune! Ci deve essere un altro modo per uscire di qui!
-Mi manca l’aria…!
Era vero. L’aria si era fatta più pesante.
-Uffa…! Tecnica del richiamo!
Una tartaruga delle dimensioni di un cane apparve vicino ad Arisu.
-Ma perché? Non volevo te, Ruga-chan!
La tartaruga chiuse gli occhi poi li riaprì e disse:
-Non hai impiegato la giusta quantità di chakra…!
-Piantala! Lo sapevo già anche da sola!
Shizune si sedette nell’acqua.
-Shizune!
-Va tutto bene…sono solo un po’ stanca…
L’aria era pesante e ogni tanto uno spiffero di aria gelida accarezzava il volto delle ragazze.
-Ruga-chan, tu proprio non riesci a fare niente?
-No, mi dispiace, Arisu! Se fossi la Regina delle Tartarughe, allora potrei fare qualcosa…!
Arisu raccolse il chakra che le rimaneva.
-Devo uscire di qui! Devo portare in salvo tutti quanti!
Pensò.
-Se rimaniamo qua, moriremo! Fulmine tagliente!
Dalla mano destra di Arisu, iniziarono a venire fuori grossi fiotti di chakra. Colpì la porta. La frantumò. Pezzi di lamiera e di muro volarono nell’acqua. Si alzò un gran polverone. Shizune e Arisu tossirono.
-Arisu…
La porta si era aperta.
-…sei grande!
Shizune abbracciò la ragazza.
-Ora usciamo…!
Le due, seguite da Ruga-chan e dal Drago di Fuoco, uscirono dai sotterranei. Quando raggiunsero la superficie, il drago scomparve e con lui la tartaruga.
-Franzy doveva inviare ai sotterranei degli anbu…
Detto fatto. Dei membri della squadra speciale, arrivarono sul posto.
-Ce ne avete messo di tempo!
Li ribeccò Arisu.
Un membro della squadra si scusò:
-Ci dispiace…il Quinto Hokage ci ha tenuti impegnati per molto tempo…
-Non me ne importa…! Io e Shizune rischiavamo la vita lì dentro!
-Ci dispiace…!
Arisu non fece in tempo a replicare che cadde a terra, priva di chakra com’era.

Capitolo 8°: Non si può mai stare tranquilli!
Arisu si svegliò nel suo letto. Cercò di alzarsi ma era troppo debole e non ce la fece.
-Mamma!
Nessuno rispose.
-Uffa, mi hanno lasciato qui da sola. Che ore sono?
Arisu si sporse un poco dal letto e guardò l’orologio che stava appeso alla parete.
-Le 17.00? Oggi dovevo allenarmi con la mamma…! Shizune!!!
Nessuna risposta. La ragazza cercò di nuovo di alzarsi. Niente da fare.
-Non posso rimanere qua tutto il pomeriggio…almeno, se proprio devo stare qua vorrei qualcuno con cui parlare…
Provò a richiamare sua madre. Sentì dei passi.
-Evviva! Qualcuno mi ha sentita!
Pensò la ragazza. La porta si aprì: era Tsunade.
-Mi hai chiamata?
-Si…!
-Cosa c’è che non va?
-Niente…volevo solo parlare con qualcuno siccome non riesco ad alzarmi dal letto.
La donna si sedette su una poltrona affianco al letto di Arisu.
-Hai esaurito il tuo chakra…!
-Lo so! Ho fatto di tutto per trovare Shizune...volevo che uscissimo vive tutte e due da quel sotterraneo. A proposito! Devi mandare qualcuno ad aggiustarlo…ho sfondato la porta e un pezzo di muro!
-Non preoccuparti, ho già fatto riparare il tutto. Comunque…
-Che c’è?
-Oggi è saltato il nostro allenamento!
-Mi dispiace…
-Non è colpa tua! Shizune è viva grazie a te…ti ho promossa chunin!
-Cosa?! Non penso di aver capito…
Arisu era stupita.
-Ti ho promossa chunin!
-Si! Evviva! Yap! Che bello!
Tsunade accarezzò i capelli di Arisu.
-Appena ti riprendi completamente, ti insegnerò a controllare meglio il chakra…vedo che gli allenamenti di Anko non hanno dato molti frutti!
-E’ colpa mia…il marchio mi rende instabile il flusso di chakra: l’hai detto anche tu!
La donna sospirò.
-Se non fosse per quello, saresti la miglior ninja della terra!
-Neanch’io ti posso superare…
-Eh?!
-Io non ti posso superare! Sei tu la migliore della terra…
Tsunade arrossì.
-Ora torno al lavoro…se vuoi ti mando Shizune…
-No, non importa…forse è meglio che mi riposi…
-Ok! Allora…a dopo!
-Ciao!
La donna uscì dalla stanza e chiuse la porta. Ci fu una specie di botto. Ma che botto! Sembrava che qualcuno corresse per il corridoio.
-E ora che succede?!
Pensò Arisu voltandosi verso la porta. Qualcuno la spalancò.
-Amore!
-Rock Lee…
-Cos’è successo? Mi hai fatto preoccupare…!
-Stai tranquillo sto bene…!
Entrò anche il maestro Gai.
-Arisu!
-Ehilà!
-Come faremmo se tu te ne andassi?!
Gai e Rock Lee iniziarono a piangere.
-E se tu morissi?!
Arisu sospirò.
-Sono viva…sto bene…
-Arisu!
-Rock Lee…sono viva!
-Ma…ma…
Singhiozzò.
-Rock Lee! Riprenditi! Torna in te!
Con tutta la forza che aveva colpì il suo fidanzato. Infine colpì anche il maestro Gai.
-Ora capite che sto meglio?
-Si…comunque…
-Ciao Rock Lee! Arrivederci maestro Gai!
-Ciao!
I due uscirono.
-Mamma mia, quando ci si mettono non la finiscono più…!
Pensò la ragazza rigirandosi per il letto. Qualcuno bussò alla porta.
-Chi è, adesso?
Ci fu un attimo di silenzio.
-Chi è?
-Sono Kankuro…!
-Kankuro? Entra!
-Ci sono anche Temari e Gaara…
-Entrate tutti!
I tre ninja della sabbia entrarono nella stanza.
-Ehilà! Cosa vi porta a Konoha?
-Una missione di tipo A!
Rispose Temari sedendosi sulla poltrona dove prima ci si era seduta Tsunade.
-Kankuro, che fai li vicino alla porta? Entra!
-Si…si!
Kankuro era paonazzo.
-Kankuro, Kankuro! Lo sappiamo che ti sei preso una cotta per la qui presente!
Temari ogni tanto era davvero una rompi scatole.
-Temari!
La ribeccò suo fratello.
-Mi sembra che Arisu voglia riposare…usciamo!
La voce di Gaara era persuadente a tal punto che i suoi fratelli annuirono e uscirono con lui dalla stanza.
-Finalmente posso riposare!
Pensò Arisu chiudendo gli occhi.

Capitolo 9°: Cosa faccio, ora?
Arisu si svegliò. Era sudata. La sua fronte era bagnata, tutta appiccicaticcia. Era mattina. La ragazza si alzò dal letto e si vestì. Andò in bagno. Si rinfrescò la faccia.
-Cosa mi succede?
Arisu si asciugò il viso e uscì di corsa dal palazzo dell’Hokage. C’era il sole. Un sole limpido. Nel cielo non c’era nessuna nuvola. Soffiava un venticello fresco. Arisu si fermò per ascoltare il rumore delle foglie degli alberi. Chiuse gli occhi, poi li riaprì.
-Che bello…! Però devo andare ad allenarmi non ho tempo da perdere!
La ragazza andò nel bosco. Si sedette un attimo per sentire il vento che le accarezzava il volto.
Si sentì un rumore strano.
Senza fiatare, Arisu prese un kunai e lo lanciò tra i cespugli. Un mugugno.
-Chi c’è?
Pina balzò fuori dal cespuglio.
-Cosa vuoi?
La ragazza si alzò da terra.
-La chiave del rotolo…tua madre è furba, l’ha sigillato...poi ha messo anche una speciale serratura! Pensa, si apre solo con il sangue di chi l’ha sigillato!
-Vattene…
-Se no? Chiami tua mamma? Magari…così la porto via con me…!
-Non voglio farti del male, Pina!
-Male? Adesso ho lo sharingan! Non puoi più toccarmi con facilità!
-Lo sharingan?
-Si, proprio quello!
-Non ci credo!
-Vuoi vederlo? Te lo mostro se vuoi!
Arisu colpì Pina con un pugno. La ragazza si sbilanciò e cadde.
-Sei sleale…!
-Con i tipi come te e Itachi bisogna esserlo!
Pina lanciò uno shuriken, mancò Arisu. La figlia dell’Hokage colpì la nemica con un calcio. Pina cadde a terra.
-Sei migliorata…!
-Me lo dicono tutti!
-Sei sempre troppo debole per me!
Pina scomparve in una nuvola di fumo viola.
-Devo trovare la mamma e avvertirla, non voglio che le succeda niente di male…! Itachi è in grado di risvegliare in lei le sue paure più grandi o i suoi ricordi…meglio che tutti questi rimangano assopiti ancora per molto, molto tempo!
Pensò Arisu correndo verso il palazzo dell’Hokage. La ragazza arrivò a casa. Aprì la porta. C’era del sangue a terra. I muri all’entrata erano scarlatti. Due anbu erano distesi sul pavimento.
-Ma cosa?!
La ragazza si precipitò nell’ufficio di sua madre. Aprì la porta. La scrivania era rovesciata, la finestra era aperta e i vari documenti erano sul pavimento.
-Cos’è successo qui dentro?
Corse fuori dall’ufficio andò nella sua stanza. La porta non si apriva. La prese a pugni. Si aprì. La stanza era a soqquadro. Il letto era stato rivoltato, la poltrona era a terra, accanto a questa c’era Shizune.
-Shizune!
La ragazza sollevò la giovane donna da terra. Questa aprì gli occhi.
-Cos’è successo, Shizune?!
-Hanno portato via la signorina Tsunade…
-Chi? E’ stato Itachi?
Shizune respirava a fatica.
-Chi è stato?
-I…Itach…i…
Shizune svenne. Arisu lasciò l’amica sul pavimento e andò a chiamare la squadra medica. Il risultato? Due anbu feriti mortalmente, Shizune svenuta e Tsunade sparita.
-Cosa faccio, ora?

Capitolo 10°: Andiamo!
Arisu aveva la testa tra le mani. Era seduta nella sala d’aspetto dell’ospedale.
-Arisu!
La ragazza si voltò. Era arrivata Anko.
-Maestra Anko!
Il volto di Arisu si colmò di gioia nel vedere la sua maestra.
-Che è successo?
-Mi piacerebbe saperlo! So solo che Itachi vuole il sangue della mamma per aprire il rotolo.
-Cosa?!
-Non so che cosa fare…ho paura…ho tanta paura…
La ragazza iniziò a singhiozzare, poi il suo viso si rigò di lacrime. Anko l’abbracciò.
-Voglio trovarlo!
-Chi? Chi vuoi trovare?
-Voglio trovare Itachi! Voglio ucciderlo!
-Arisu…
-Maestra Anko, lei verrebbe con me o mi impedirebbe di scontrarmi con lui?
-Io…
-Dica la verità!
Arisu guardò Anko. La donna abbassò lo sguardo.
-Mi dispiace Arisu…
-E’ un no?!
-Arisu…scusami…ma…
-Allora andrò da sola!
-No, Arisu! Non fare pazzie!
Arisu uscì dall’ospedale. Andò al palazzo dell’Hokage. Entrò. Gli anbu avevano sequestrato il caseggiato, ma la ragazza andò in camera sua ugualmente.
Aprì la porta. Il letto era ancora sottosopra, la poltrona era ancora a terra e c’erano dei segni sul pavimento, dove era accasciata in precedenza Shizune.
Arisu si inginocchiò e raccolse alcuni fogli che erano volati a terra. Erano degli scritti di quando la ragazza andava all’accademia. Ripose i fogli sulla scrivania e uscì dalla stanza. Percorse il corridoio fino all’ufficio di sua madre. Entrò.
La scrivania era ancora rivoltata, la finestra era ancora aperta e i vari fogli volavano per la stanza. Arisu ne afferrò uno. Lesse. Era un foglio pieno di missioni di vario tipo: A, B, C, D. Lo ripose. Andò dietro alla scrivania. C’era del sangue sparso sul pavimento. La ragazza si chinò su di esso.
-Forse la mamma è ferita! Oppure, Itachi è stato ferito…
Nella testa di Arisu turbinavano un sacco di pensieri. Si sedette sul pavimento.
-Che cosa posso fare?! Una cosa è certa: devo trovare la mamma! Se nessuno vorrà aiutarmi, farò da sola!
La ragazza balzò fuori dalla finestra e raggiunse il bosco. Lì trovò le sue amiche.
-Arisu, cosa ci fai qui?
Chiese Anele vedendo che l’amica aveva il fiatone.
-Hanno rapito la mamma…!
-Lo so…ora siediti e calmati!
Anele invitò Arisu a sedersi, ma lei rifiutò.
-Non c’è tempo! Devo trovarla!
-Ok…ma…
-Niente ma! Siete con me?
Anele, Sara e Franzy annuirono, le altre rifiutarono.
-Perché non venite con me?
Rispose Rossana:
-Itachi ha sterminato il Clan Uchiha, vi ucciderà tutte!
-Allora dovrei lasciare mia mamma con lui?
Piperita rispose:
-Certo che no! Ma non devi andare, è pericoloso…
-Allora se non volete venire…andrò da sola!
Arisu balzò su uno degli alberi e iniziò a correre verso l’interno del bosco. Anele, Sara e Franzy la seguirono.
-Arisu, aspetta!
La ragazza si voltò e le aspettò.
-Siete sicure di volermi seguire?
-Si…
-Rischierete di morire…lo sapete, questo?!
-Arisu! Ci siamo anche noi!
La ragazza si voltò erano arrivate anche Anko, Luna, Yobu, Mary e Shiva.
-Ma?!
-Stupita, vero?
Anko accarezzò i capelli di Arisu sorridendo.
-Maestra Anko…!
Gli occhi di Arisu si colmarono di lacrime.
-No, non piangere…non ce n’è bisogno!
La ragazza annuì.
-Andiamo!

Capitolo 11°: Alla ricerca di Tsunade
Le otto ragazze più la maestra Anko, raggiunsero l’interno del bosco.
-Arisu, devi spiegarmi una cosa…
-Dimmi pure Mary!
-Bhe…vorrei capire perché stiamo andando di qua!
-L’ultima volta io e Anko, abbiamo trovato Pina e Itachi in un paesino. Spero di trovarli lì!
Le ragazze si fermarono di colpo.
-Che c’è?
Chiese Shiva. Arisu invitò tutte a stare in silenzio: qualcosa si muoveva tra l’erba.
-Ma cosa?!
-Shiva, taci! E’ un lupo! Se sente il nostro odore siamo morte!
La ragazza del Villaggio dei Ghiacci deglutì. Il lupo annusò l’aria e proseguì. Le ragazze proseguirono anche loro.
Dopo qualche ora raggiunsero il paesino dove erano state in precedenza Anko e Arisu.
-Eccoci! Ci siamo!
Arisu e le altre scesero dagli alberi.
-Dobbiamo essere prudenti!
Tutte quante annuirono. Iniziarono a perlustrare il paese. Niente.
-Che si fa?
Chiese Mary.
-Proviamo a spostarci! Magari hanno lasciato questo paesino…
Propose Anko.
-La sento!
-Cosa?!
-La sento…
-Arisu, cosa c’è?
-Sento che è qui…
La ragazza si muoveva come ipnotizzata. Iniziò a camminare verso una via interna. Aprì un tombino. Vi entrò. Tutte le altre la seguirono.
-Arisu…
Anko zittì Mary. Arisu camminava. Iniziò a correre.
-Ma cosa cavolo le succede?
-Non lo so…ma ha sentito qualcosa…!
La ragazza si bloccò davanti a un’uscita della fognatura. La aprì. Uscì. Le amiche di Arisu la seguirono senza esitare.
La ragazza crollò a terra.
-Arisu…
Franzy alzò l’amica da terra.
-Va tutto bene…!
-Ma cosa hai percepito?
-La mamma…non so come!
Si massaggiò le tempie. Le faceva male la testa. Si tolse il coprifronte.
-Ma…ma…ma Arisu!
Mary indicò il segno romboidale che Arisu aveva sulla fronte.
-L’ho ereditato dalla mamma…l’ho sempre avuto!
-Io non me n’ero mai accorta…!
Disse Anko stupita.
-Eh-eh-eh! Non lo sa quasi nessuno. Lo sa la mamma, Shizune, mio padre, Rock Lee e qualcun’altro.
-Wow!
-Non perdiamo tempo, dobbiamo trovare la mamma!
Arisu si rimise il coprifronte e procedette verso una casa diroccata.
-Ragazze, entro da sola, se ho bisogno di aiuto vi chiamo…!
-Arisu…!
-Maestra Anko, me la so cavare benissimo da sola…!
-Sei sicura?
Chiese Sara.
-Insomma, ha detto che vuole entrare lì dentro da sola, quindi che nessuno faccia obbiezioni!
Yobu era decisa.
-Grazie Yobu…!
-Figurati!
Arisu entrò nella casa. La porta scricchiolò e si richiuse alle sue spalle. La ragazza si guardò intorno. I muri erano sudici e squallidi, le finestre erano state chiuse con delle assi di legno. C’era del sangue sparso a terra.
-Allora sei venuta…!

Capitolo 12°: Tsunade sotto shock!
-Itachi, dov’è mia mamma?
-Tua mamma? Oh, perché non la cerchi…
Il ragazzo scomparve.
-Maledizione!
Arisu iniziò a muoversi per la stanza. Vide una porta, l’aprì. Niente.
-E’ una specie di illusione…
La ragazza aprì la porta che si trovava nella stanza dove era appena entrata. Non c’era nessuno.
-Arisu, stai calma…è un’illusione…
Si disse.
Aprì un’altra porta. C’era una grossa luna. Una luna rossa.
-Accidenti…!
La ragazza si concentrò e tornò nella realtà. Era sudata. Il marchio le bruciava.
-Ma che brava…sei riuscita ad uscire dall’illusione! Ti faccio i miei complimenti!
Itachi era vicino ad Arisu e aveva gli occhi puntati su di lei.
-Allontanati da me…
-Ah, dimenticavo…riprenditi la tua inutile madre…
Itachi raccolse il corpo tremante di Tsunade da terra e lo lanciò a Arisu. La ragazza prese tra le braccia sua madre.
-Va tutto bene…stai tranquilla, ci sono io!
La donna continuava a tremare.
-Cosa le hai fatto?
-Niente…le ho regalato un bell’incubo…penso che abbia rivisto suo fratello e l’uomo che amava.
-Maledetto…!
Tsunade guardava nel vuoto.
-Mamma?!
La donna non rispose continuava a guardare nel vuoto.
-Dan…Nawaki…
Iniziò a piangere. Arisu la strinse a sé.
-Itachi, la pagherai…stai tranquillo che la pagherai…!
Itachi uscì dalla casa dalla porta sul retro.
-Accidenti!
Tsunade continuava a tremare.
-Maestra Anko! Mary! Shiva! Anele! Sara! Franzy!
Nessuno. Nessuno rispose.
-Non posso lasciarlo scappare, ma non posso neanche lasciare la mamma qua…!
La donna iniziò a piangere.
-Tranquilla…ci sono io qui…
-Dan…Nawaki…
Arisu non sapeva cosa fare. Chi poteva chiamare? Nessuno la poteva sentire.
-Posso provare a curarla…
Pensò Arisu. Evocò il suo chakra curativo, e appoggiò la sua mano sulla fronte della madre. La curò. Tsunade si rilassò per un attimo contro al muro, poi ricominciò a tremare.
-Mamma?!
-Ho freddo!
Cosa poteva fare, Arisu?
-Mai una volta che porto lo zaino con me…
La ragazza abbracciò la donna. Questa smise di fremere.
-Ari…Arisu…!
-Si?!
-Dove siamo?
-Itachi ti ha portato qui e poi ti ha ipnotizzato…
Tsunade si massaggiò le tempie.
-Non ricordo niente…
-Lo so, eri sotto shock! Mamma, ti posso chiedere una cosa?
-Si…!
-Ti posso lasciare qui un attimo da sola?
-Ok…ma…perché?
-Devo inseguire Itachi!
Tsunade annuì.
-Vorrei seguirti ma sono troppo debole…
-Fuori ci sono le mie amiche e la maestra Anko forse, sono ferite…potresti andare a dare un’occhiata?
-O-ok!
Le due si divisero. Tsunade uscì dalla porta principale mentre Arisu uscì da quella che portava dietro alla casa.

Capitolo 13°: E’ tutto finito?!
Arisu correva. Il vento freddo della sera le accarezzava il volto e le faceva ondeggiare i lunghi capelli castani.
-Itachi…ti troverò!
Pensava la ragazza mentre correva. Inciampò. Cadde a terra. Iniziò a rotolare per una discesa. Si scontrò contro un masso.
-Ahia!
Si rialzò e si guardò intorno. Si trovava vicino ad una cascata. Sotto di questa c’erano Itachi e Pina. Lei era ferita.
-Stai ferma! Se continui a muoverti non riesco a bendarti la ferita!
-Ma brucia…!
Itachi finì di bendare il braccio a Pina e si sedette su un masso, dove la cascata si trasformava in fiume.
-Non devo farmi scoprire…! Devo colpirli quando meno se lo aspettano!
Pina si sedette vicino a Itachi e quando stava per baciarlo, Arisu lanciò un kunai che graffiò leggermente il viso di Pina.
-Ma cosa?!
Un altro kunai. Questa volta c’entrò il sasso su cui era seduto il ragazzo.
-Ci stanno attaccando!
Esclamò Pina. Itachi era tranquillo. Calmo.
Uno shuriken. Colpì di striscio Pina che continuava a muoversi frettolosamente.
-Itachi! Muoviti!
Itachi si alzò e iniziò a evocare il chakra. Attaccò.
-Tecnica della pioggia di fuoco!
La tecnica iniziò a fare strage delle piante che erano nelle vicinanze.
-Mi ha scoperta?! No, non è possibile…
Arisu balzò dietro a un masso che si trovava nei pressi della cascata e attese in silenzio.
-Itachi, forse sono in molti! Magari Arisu ha chiamato i rinforzi!
-No, è da sola! Ne sono certo!
La figlia dell’Hokage cambiò di nuovo nascondiglio.
-Che faccio? Ora sono entrambi in stato dall’erta, non posso attaccarli!
Un kunai. Arisu si ritrasse velocemente: l’avevano scovata.
-Arisu, ma che piacere vederti!
La ragazza si alzò in piedi.
-Itachi…! Pina…!
Itachi scosse il capo.
-Non pensavo che lasciassi tua madre da sola…
-Neanch’io pensavo che lasciassi il rotolo incustodito!
Dall’altra sponda del fiume apparve una copia di Arisu con in braccio il rotolo.
-Il rotolo!
-Eh, Itachi! Sono più forte di te…
Arisu canzonava il ragazzo che digrignò i denti.
-Itachi, ora che si fa?
-Taci! Sto pensando!
Pina indietreggiò e si nascose un poco dietro il fidanzato.
-Lo so io cosa potete fare! Arrendervi e venire con me al Villaggio!
-Mai! Neanche se fosse l’unica mia speranza per salvarmi la vita!
Pina aveva acquistato coraggio.
-Pina, mi sorprendi! Di solito ti nascondi sempre dietro agli altri…
Era vero. Pina era una ragazza molto timida che spesso scappava a gambe levate oppure si metteva con il più forte se si immischiava in una lite.
-Itachi, perché hai lasciato il rotolo incustodito?
-Cosa credi?! Non lascerei un rotolo così prezioso se non si aprisse…
-Come?!
Arisu era stupita.
-Cara la mia Arisu, tua madre è più furba del previsto! Non ha sigillato il rotolo con il suo di sangue, ma con il tuo!
-Il mio?!
La ragazza non ci capiva più niente.
-Mentre delirava, tua mamma ci ha svelato il segreto. E’ per quello che non l’abbiamo uccisa, anche se volevamo privarti di una persona così importante…
Nelle parole di Pina c’era odio. Un odio che proveniva dal suo cuore.
-Pina…dici questo solo perché tu non l’hai conosciuta la tua vera madre!
A Pina venne un flash di quando era piccola.
Una donna dai capelli scuri la picchiava e lei piangeva.
-Come potevo volere bene a una donna che mi ha abbandonato al mio destino? Mi ha lasciata nel Clan Fuji! Lo sai benissimo quanto ho sofferto…
Questa volta fu Arisu ad avere un flash.
Sul muretto che divideva l’accademia dalla strada c’era seduta una bambina: Pina. Si massaggiava le guance rosse come il fuoco e rigate da dei tagli inferti da arma bianca.
-Pina, lo so bene! Scommetto che la tua vera madre ti ha abbandonato perché non poteva tenerti con lei…
-Basta! Piantala!
La ragazza stava piangendo.
-Pina…
-Non parlare! Combatti! Combatti se ne hai il coraggio!
Arisu deglutì. La sua amica emanava un chakra immenso. Itachi ne era compiaciuto.
-Sharingan!
Pina evocò i suoi occhi speciali e Arisu rispose con l’evocazione del Drago d’Acqua.
-Acqua!
Il mostro attaccò la ragazza che lo schivò abilmente. Vedeva. Vedeva tutto. Riusciva a vedere i movimenti del drago e anche quelli della sua padrona. Era in netto vantaggio.
Si aggiunse alla lotta anche Itachi. Un pugno. Un colpo potente colpì Arisu che volò nell’acqua della cascata.
La forza dell’acqua spingeva Arisu verso il fondo. Non riusciva a risalire. Nuotava. Si, nuotava, ma la corrente la schiacciava. La ragazza chiuse gli occhi.
Era finita?!

Capitolo 14°: Il sacrificio
La forza dell’acqua spinse Arisu sul fondo. Non riusciva a respirare.
-Mamma…!
Pensava. Le sarebbe piaciuto che sua madre fosse arrivata lì e l’avrebbe salvata dalla cascata. Da piccola, Arisu sognava tutte le sere una cosa di questo tipo. Ma appunto, lo sognava quando era piccola! Ora aveva quattordici anni e non poteva permettersi di morire per mano di una cascata. Aprì gli occhi. Evocò il suo immenso chakra.
-Non posso morire! Non posso morire ora! Un giorno morirò…si, me ne andrò…ma non sarà oggi!
Arisu balzò fuori dall’acqua e colpì Pina facendola finire a sua volta nell’acqua fredda della cascata.
-Pina!
-Itachi, mai distrarsi!
Arisu colpì il ragazzo con un pugno e questo si sbilanciò. Un calcio. Un colpo lo fece finire sulla sponda del fiume.
-Sei forte…!
-Lo so…!
-Mah…?!
-Sono diversa, eh?
Arisu emanava un chakra strano. Diverso. Potente.
-Chi sei?
-Sono quella che ti ucciderà…!
Arisu colpì Itachi. Due pugni. Quattro. Sei. Otto. Una raffica di colpi fece finire il ragazzo nell’acqua.
-Come è possibile?
-E’ il segno! E’ un dono di mio papà…gentile da parte sua!
Arisu recuperò Itachi. Lo scrollò, poi lo prese per il bavero della tunica e lo fissò negli occhi.
-Arisu, hai i suoi stessi occhi!
-Non dirmi che gli assomiglio, non lo sopporto!
La ragazza colpì Itachi che finì a terra. Pina risalì in superficie.
-Ora basta!
Arisu balzò in aria. Itachi prese il rotolo facendo esplodere la copia di Arisu che lo aveva protetto fino ad ora. La figlia dell’Hokage ormai aveva raggiunto Itachi.
-Fulmine tagliente!
Il ragazzo fece appena in tempo a voltarsi, per vedere Luna grondante di sangue: si era messa tra lui Arisu.
-Pina…
La ragazza vomitò sangue.
-Pina…!
Itachi la prese tra le sue braccia. Arisu ritrasse il braccio. Il segno si ritirò.
-Non volevo…io…
La ragazza si inginocchiò a terra. Le passarono nella mente un sacco di cose. Ricordi.
Due bambine correvano per la strada. Una canticchiava, l’altra era seria.
-Arisu, rimarremo amiche per sempre, vero?
-Certo, per sempre, Pina!
Arisu tornò nella realtà. Gli occhi fissi sul terreno imbrattato di rosso. Davanti a lei non c’erano più né Itachi né Pina.
-Arisu!
Erano arrivati i rinforzi. Purtroppo era troppo tardi.
-Arisu…ma che…
Mary non terminò la frase che venne presa dal panico vedendo il sangue che ricopriva il terreno e cadde a terra.
-Cos’è successo?
Shiva aiutò l’amica a rimettersi in piedi.
-L’ho colpita…non volevo…
Tsunade abbracciò la figlia.
-Non preoccuparti, ci sono qui io…
-Era una mia amica…io l’ho uccisa…
Era sotto shock.
-Arisu…Pina? Hai ucciso Pina…?
Anko non capiva più niente. Arisu non annuì, né scosse la testa. Rimase stretta a sua madre, poi svenne.

Capitolo 15°: Promozione!
Arisu si svegliò. Era in ospedale. Una luce tenue entrava dalla finestra. La ragazza si portò una mano davanti agli occhi.
-Che fastidio…!
Pensò massaggiandosi la faccia. Si guardò intorno. Sul suo comodino c’erano dei fiori. Un mazzo di quelli era enorme.
-Quelli me li avrà portati Rock Lee…
L’altro mazzo era piccolo, ma faceva la sua figura. Tre rose.
Arisu si sedette e pensò:
-Kankuro è passato a trovarmi…!
Qualcuno entrò nella stanza.
-Ti sei ripresa!
-Mamma!
Tsunade entrò nella stanza.
-Come stai?
-Bene…sono solo un po’ stanca!
Rispose la ragazza sdraiandosi di nuovo.
-Avete trovato Pina?
Il Quinto Hokage scosse la testa.
-Itachi deve essersela portata via!
Qualcuno spalancò la porta.
-Arisu!
-Rock Lee…
-Amore! Che paura! La prossima volta vengo anch’io con te, in missione!
-Rock Lee, Arisu deve riposare…
Il ragazzo lasciò la mano della fidanzata e si sedette accanto a lei.
-Mi scusi…!
Arisu sorrise.
-Arisu!
Erano arrivati tutti gli amici e amiche di Arisu.
-La tua scorza è più dura di quello che pensavo!
Esclamò Shiva ridacchiando.
-Cara la mia Shivuccia, ti piacerebbe avere la mia forza!
La ninja dei ghiacci si girò dall’altra parte indispettita.
Tutti si misero a ridere.
Una settimana più tardi…
-Arisu?! La signorina Tsunade ti vuole nel suo ufficio!
-Arrivo subito!
Rispose Arisu. La ragazza scese dal suo letto e andò nell’ufficio di sua madre.
-Ciao mamma!
-Ciao Arisu!
-Mi volevi parlare?
-Si…volevo chiederti se adesso che sei jonin ti andrebbe di insegnare all’accademia o addirittura, se non ti sembra troppo oneroso, avere una squadra di genin tutta per te!
-Jonin? Accademia? Squadra?
Arisu era allibita.
-Si, durante l’ultima missione che hai svolto…bhe, sei diventata jonin! Spero che ora sia chiaro?
-Chiarissimo! Ma cosa dicevi a proposito dell’accademia e di una squadra di genin?
-Ti volevo chiedere se volevi diventare una maestra dell’accademia o allenare una squadra di genin…
Arisu non sapeva cosa rispondere. Scosse la testa.
-Grazie dell’offerta, ma rifiuto!
-Come?!
Questa volta fu Tsunade a essere colta di sorpresa.
-Ho ancora molto da imparare! La maestra Anko deve ancora insegnarmi un sacco di cose! Adesso non me la sento di diventare né una maestra dell’accademia, né voglio una squadra di genin!
Tsunade sorrise.
-Allora che ne dici di una bella missione?
-Un’altra?!
-Si! E anche impegnativa…
-Qualcuno mi aiuti…
Mormorò Arisu mentre Tsunade rideva.

Capitolo 16°: Ma che fine ha fatto Pina?
Prima che accadesse che Arisu arrivasse all’ospedale, Itachi aveva portato Pina in un posto. L’unico posto che conosceva bene, nel quale qualcuno avrebbe potuto veramente aiutarla.
Appoggiò il corpo dalle ragazza a terra e scappò salutandola con un “Ciao amore!”.
Pina non capiva. Tra la confusione che aveva in testa, vedeva delle luci e delle ombre. Un ragazzo con i capelli argentei con gli occhiali si chinò su di lei.
-Ragazza, stai bene?
Pina non rispose. Il ragazzo iniziò a curarla.
-Dove sono?
-Sei in un posto che non in molti trovano…
-Chi sei?
-Mi chiamo Kabuto e sono un ninja del suono…e tu?
-Sono Pina…Pina…bhe, il mio cognome non importa…
La ragazza era debole. Svenne.
-Pina, eh? Itachi, Itachi! Ma che bravo...ora il maestro Orochimaru sarà contento di avere due sottoposti che hanno lo sharingan!
Kabuto rise beffardo e portò la ragazza dentro ad una struttura nascosta tra la boscaglia.
 
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