l'uomo che cammina, di jiro taniguchi

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ro-mario
view post Posted on 7/5/2007, 14:52




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con colpevole ritardo, ho letto solo oggi il volume "l'uomo che cammina".

è il primo fumetto di taniguchi che leggo...
devo dire di essere stato sempre molto curioso verso il lavoro di questo autore: ne ho sentito parlare sia in toni entusiastici ("un genio assoluto!") che negativi ("alla fine, sono 150 pagine di uno che cammina e si guarda in giro: cheppalle!").
dunque, dopo la lettura, devo dire che:
1) probabilmente, Taniguchi non è l'autore preferito di Roberto Recchioni;
2) l'albo è splendido.

ci racconta le giornate di un tizio (non si sa come si chiami) che, con la moglie, si trasferisce in una città giapponese che non è Tokyo.
nella nuova casa trova un cane, probabilmente abbandonato dai precedenti proprietari, e lo chiama Neve.
non si sa che lavoro faccia (addirittura: non si sa se ha un lavoro).
può capitargli di uscire di casa, prendere l'autobus (per andare a lavorare? per svago? per tornare dal lavoro?), notare un piccolo giardino in periferia, scendere e goderselo passeggiando. O di discutere di bird watching. O, come nello splendido "la lunga strada", fare a gara (senza volerlo, all'inizio, e senza dichiararlo, poi) con un pensionato per vedere chi cammina più veloce (i sorpassi e risorpassi mi hanno ricordato la celeberrima "corsa" in bicicletta tra Don Camillo e Peppone).
Due capitoli indimenticabili sono, a mio parere "Paesaggio annebbiato" (il protagonista si rompe gli occhiali, e si delizia guardando il mondo come in un quadro di Monet -se non li usa- o di Picasso -quando li indossa rotti) e "Letto di fiori" (mentre è sdraiato sotto un albero arriva una donna, che gli racconta di come quello fosse il "suo" posto quando era una bambina, e di come abbia finalmente trovato il tempo di ritornarvici).
La storia ha un inizio, ma non ha una fine...
quello che contraddistingue maggiormente il volume è la "leggerezza" della narrazione: il tocco di Taniguchi è splendido e, a tratti, commovente. Il protagonista ha la curiosità -e la "purezza"- di un bambino.
ci si perde con lui per le strade del giappone (il tratto è realistico, pulito e particolareggiatissimo) e, chiudendo il volume, si pensa: "ma perché non me la faccio anch'io, una volta ogni tanto, una bella passeggiata?".

voto: 8

 
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