SOLO di Sergio Aragones

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ro-mario
view post Posted on 28/8/2006, 17:12




Cos’è “SOLO”?
E’ una serie della DC che presenta, in ogni numero, varie storie brevi tutte disegnate (o scritte) dallo stesso autore.

Chi è SERGIO ARAGONES?
Nella presentazione, lo definiscono “il più premiato ed amato fumettista del mondo”. Senza spingermi così in là, posso dire che è uno dei miei preferiti in assoluto. Autore comico messicano, specializzatosi nel suo paese in brevi storie “mute”, si trasferisce negli Stati Uniti –senza conoscere l’inglese e con soli 20 dollari in tasca- nel 1962. Diventa in breve tempo una delle colonne di MAD, una rivista satirica che ha fatto (e fa ancora) storia. All’inizio degli anni ’80, crea, su testi di Mark Evanier, una parodia di Conan il Barbaro: “Groo the Wanderer” (e io continuo a chiedermi perché nessuno abbia mai pensato di pubblicarla in Italia....). Per la DC, ha disegnato le miniserie FANBOY e “Sergio Aragones destroys DC”. Sulla stessa falsariga, ha realizzato “Sergio Aragones massacres Marvel” e “Sergio Aragones stomps Star Wars”.
Da segnalare senz’altro le due mini: “Action Speaks” e “Louder than words”, che raccolgono brevi storie (una o due tavole l’una) mute, di un umorismo che in Italia può essere paragonato a quello di Ortolani (anche se le differenze tra i due autori sono comunque abissali).
Inoltre, è anche attore (in Messico, ha lavorato con Alexandro Jodorowsky).

Il numero di SOLO scritto e disegnato da Aragones è, quindi, letteralmente esilarante...
Si inizia con un’introduzione (una tavola) in cui ci spiega quant’è bello lavorare come un freelance, senza headlines che ti rincorrono, senza orari, senza nessuna fretta.... tranne, ovviamente, quando le date di scadenza si avvicinano (e ci sarebbe da leggere uno splendido articolo di Michele Medda, al proposito: tutto il mondo è paese).
Segue la storia “Ho UCCISO Marty Feldman”. Una storia vera, dice Aragones... che parte da quando, in Messico, decise di studiare recitazione. Ah! Il richiamo irresistibile dell’arte! Ah! la poesia del palcoscenico! (e soprattutto: Ah! le ragazze più carine del liceo!). Eccomunque, nel 1982, un suo vecchio amico lo chiama per girare un film in Bulgaria (come si fa a rinunciare ad andarsene in Bulgaria spesati?). Alla fine, comunque, il film venne girato a Mexico City: Aragones fa la parte di un poliziotto. Quando scopre che, negli stessi studios, sta girando un film anche Marty Feldman (Igor di Frankenstein Jr. Basta, vero, per farne un idolo?), decide che non ci sono balle: deve andare a conoscerlo. Quando finalmente lo vede, gli corre incontro urlando “Mr. Feldman!”, spaventandolo un sacco (era ancora vestito da poliziotto), eppoi, fa una gaffe dietro l’altra: “più parlavo, più la scena diventava assurda”. Feldman scappa terrorizzato: il giorno dopo, riacquistata la calma, Aragones decide di parlare nuovamente con l’attore, per spiegargli l’equivoco. Ma non può: Feldman ha avuto un infarto nella notte, ed è morto. Un pensiero tremendo si fa largo nella mente di Aragones: Feldman è morto per colpa dello spavento che lui gli ha causato!
Ovviamente, il pensiero è assurdo: “ma anche oggi, ogni volta che vedo un film o un poster di Marty Feldman, mi chiedo: “hmm....”.”.
C’è una storiella western, su un tizio che vuole diventare il miglior pistolero del west, e di una ragazza che vorrebbe sposarselo e basta. Finalmente, un giorno arriva in città John Fulton, un pistolero velocissimo, e Isaac lo sfida: la ragazza cerca di aiutarlo, versandogli il caffè bollente sulla mano destra. Ma Fulton è mancino...
La storia più banale è quella, in due tavole, del detective che viene assunto per controllare un marito fedifrago, e scopre con orrore che il tizio esce con sua moglie: nulla di nuovo, ma certe espressioni valgono da sole il prezzo dell’albo.
A seguire, un lungo racconto (6 tavole, titolo “Heroes”) in cui Aragones torna nel suo passato, a raccontarci degli eroi che vengono celebrati in Messico. Ai tempi della guerra tra il Messico e gli Stati Uniti, un battaglione di soldati irlandesi disertò dall’esercito USA per schierarsi con i messicani: in Messico, le loro gesta vengono narrate e celebrate come quelle di alcuni eroi. Negli USA, alla vicenda è dedicato un piccolo paragrafo nei libri di storia: “durante la guerra tra Stati Uniti e Messico, un battaglione chiamato “St. Patrick”, costituito da un gruppo di disertori irlandesi ed ubriachi, combattè per il Messico. Si arresero e vennero sommariamente giustiziati”.
“Questo prova come la storia sia scritta dai vincitori”, dice Aragones. “e –conclude- bisognerebbe guardare entrambi i lati della medaglia”.
Altra storia breve di due vignette, con la solita isola tropicale dove una bella donna viene offerta come sacrificio a King Kong: lo scimmione arriva, se la porta via e poi le chiede di indossare un costume da gorilla....
“Il figlio e la spada”, invece, è un’avventura ambientata nel Giappone dei samurai, che racconta di un figlio di un costruttore di spade che viene arruolato a forza nell’esercito. Il padre, dopo vane ricerche tra i cadaveri sul campo di battaglia, viene a scoprire che il figlio è stato preso prigioniero. Capisce che l’unico modo che ha per riscattare la sua vita è quello di costruire la migliore spada che abbia mai realizzato, e barattarla con la liberazione del figlio. Il Baron Tako rimane impressionato dalla bellezza e dalla forza della spada, ma non può accettare il dono, perché non può ridare ad Isao la vita del figlio: per provare la spada, infatti, ha ucciso un prigioniero... suo figlio.
Le vere gemme, però, sono le ultime due storie: “E’ sempre difficile, all’inizio”, in cui Aragones racconta le sue prime tre notti a New York, e “Una storia di Batman” (l’unica, del volume, con testi di un altro autore: Mark Evanier).
Entrambe sono davvero fantastiche: la prima, nella sua realtà... dai genitori che lo salutano affettuosamente mentre sta salendo sul pullman per New York (e la madre pensa: “un disegnatore di fumetti! Ancora un paio d’anni e sarebbe potuto diventare architetto!”), alla prima notte passata dormendo su una panchina di un parco, ai colloqui con i redattori delle riviste, tutti con esiti negativi, al momento in cui trova il suo primo lavoro (legge le poesie di Federico Garcia Lorca in un bar messicano... alternando le poche che conosce a memoria con testi di canzoni messicane a ritmo di flamenco).
L’altra racconta di un Batman in difficoltà contro la banda di un nuovo, terribile, supercriminale: l’Idraulico. Quando il Commissario Gordon gli rimprovera che se l’è fatto scappare, Batman gli risponde: “e con ciò? Lo prenderò domani”. “Domani è domenica, Batman! Dovresti sapere che è impossibile trovare un idraulico nel week-end!”.
Vabbè: comunque, Bruce Wayne si era dimenticato di aver dato l’autorizzazione per girare un film nella sua magione. Il film, ovviamente, è su Batman... L’Idraulico, che aveva piazzato una microspia sotto la Batmobile, si ritrova sul set e.... vabbè: ne prende un sacco.....
Voto finale: 8
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-logan-
view post Posted on 28/8/2006, 18:15




aragones è un mito... era lui che faceva i disegni piccoli ai bordi delle pagine di mad, vero?
 
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ro-mario
view post Posted on 28/8/2006, 18:54




eggià: era lui
 
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2 replies since 28/8/2006, 17:12   217 views
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