| ho controllato!!!! alla Lucca del Novembre 1994 eravamo andati SOLO con il numero Zero di Nuvole. Le testate del Grendiverse erano due: "Black Rose" e "Morning Star" (più un albo con le previews delle uscite future, mai realizzate, però)... Eccomunque, quando arrivai a quella Lucca, avevo già realizzato (e da parecchio) l'intervista a Bartoli e Domestici che sarebbe stata una delle due ossature intorno alla quale sarebbe nato il numero UNO di Nuvole.
NUVOLE: TOMO 1 Intanto... durante la lavorazione del n. 0, tra di noi si scherzava quando io o Luca provavamo a proporre l'inserimento di altri articoli: "sì... se aggiungiamo altre pagine, ci facciamo un tomo!". Detto fatto: il numero uno avrebbe avuto 68 pagine (ma questo l'avremmo scoperto solo alla fine... prima si scrivevano gli articoli, poi ci si preoccupava -eventualmente- della foliazione.....), e quindi, sarebbe stato il TOMO UNO. L'idea fu di Max. Bisognava decidere i due argomenti-base... avevamo già l'intervista a Bartoli/Domestici. Quindi, si doveva partire da Arthur King... Idea! proviamo a sentire Max Bunker (uno dei nostri miti, grazie soprattutto ai primi Alan Ford ed alla traduzione in italiano dei supereroi marvel)! Che c'azzecca? Beh... Arthur King è un fumetto umoristico, e Max Bunker, di fumetti umoristici, se ne intende eccome! Contattai Bunker per telefono, e facemmo l'intervista (l'unica, che io mi ricordi, che firmai in coppia con Luca. Anche se ho un dubbio sull'intervista fatta a Romanini sul n. 3) alla fiera del Quark. Luca iniziò a gettare le basi per il suo dossier-fiume sul Cyberpunk. E la copertina? l'idea iniziale era quella di fare due interviste agli autori più in vista, in quel momento, di Lazarus Ledd: Giancarlo Olivares e Stefano Raffaele. Olivares mi piaceva da pazzi ed era il copertinista, Raffaele, invece, aveva da poco debuttato con l'etichetta (affibbiatagli da Capone) di "Jim Lee italiano". Il suo stile doveva molto ai supereroi Image, ma il suo albo d'esordio ("AXIS", il n. 4 di LL) non m'aveva colpito per nulla. Cioè: si vedeva del talento, ma si vedeva anche che il ragazzo -almeno per il momento- era molto lontano dalla bravura di gente come Jim Lee o, per restare in Italia, Claudio Castellini. Chissà perché, m'ero fatto l'idea che Raffaele fosse un "montato". Ovviamente, mi sbagliavo completamente.... Parlai con Stefano che, oltre a rivelarsi un ragazzo disponibilissimo e simpatico, mi buttò lì una notizia bomba: le testate della casa editrice VALIANT (ai tempi, una delle maggiori negli USA) avrebbero subito una radicale trasformazione, e lui avrebbe disegnato lo speciale di uno dei personaggi migliori: X-O MANOWAR! (era il mio preferito, trallaltro... poi c'erano gli Harbinger, Turok, Timewalker, Archer & Armstrong e Solar) Questo cambiava radicalmente la struttura della rivista (oltre ad offrirci la possibilità di avere una copertina che "spaccava", con uno dei supereroi più "cool" del momento): si sarebbe parlato della Valiant e dei disegnatori italiani all'estero (trallaltro, il tutto andava a combaciare perfettamente con l'intervista a Max Bunker!). Dopo aver fatto l'intervista, chiamai Bottero per capire come la Play Press (che pubblicava in Italia la Valiant) avrebbe presentato le nuove versioni dei personaggi Valiant. E... sorpresa! Bottero non sapeva nulla nè di "Birthquake!" (il nome in codice della rivoluzione-Valiant), nè del fatto che Raffaele avrebbe disegnato X-O Manowar... pareva entusiasta della cosa, e tormentato dal dubbio che gli stessi facendo uno scherzo di pessimo gusto......... Comunque, alla Lucca di novembre c'incontrammo e lo intervistai. Stefano Raffaele, nel frattempo, ci aveva spedito (con un corriere, ed a sue spese: 50.000 lire!!!) l'originale di X-O Manowar per la copertina: eravamo estasiati dalla bellezza di quel disegno! Avevamo deciso (credo che sia una delle leggi del "fanzinaro incosciente"!) di non fermarci alla critica ed alle interviste: avremmo pubblicato anche fumetti realizzati da noi. Giorgio ci diede una pin-up di un drago che si gongolava con le mutandine di pizzo rubate ad una guerriera... ci piacque molto, la pubblicammo, e costringemmo Giorgio a prometterci di realizzare un'illustrazione anche per il prossimo numero. Sono passati più di dieci anni, e la stiamo ancora aspettando...... Al Dossier:Cyberpunk di Luca aggiungemmo un'altra illustrazione, realizzata da un certo Gianpaolo di cui non ho davvero alcun ricordo... Ma, principalmente... avevamo trovato un disegnatore dal tratto interessante... bastava scrivere una sceneggiatura di qualche pagina, ed avremmo avuto il nostro fumetto! Max e Giorgio si fecero subito da parte: dicevano che eravamo io e Luca che sapevamo scrivere... avremmo scritto una sceneggiatura per uno, ed avremmo scelto la migliore. Io, però... non c'ho mai avuto l'ambizione di scrivere fumetti (penso di essere un caso più unico che raro, tra i fanzinari.... anche se, a dire la verità, mi sarebbe piaciuto davvero sceneggiare "Fiume Sand Creek", la canzone di Fabrizio de André.... ma questa è storia di un altro periodo, e si scontrò con l'aperta ostilità di Max, Luca e Giorgio.....). Così, non presentai nessuna sceneggiatura. Luca, invece, ne fece due: una demenziale, piena di personaggi dei cartoni animati (se non ricordo male, ad un certo punto s'imbarcavano tutti sull'Arcadia di Capitan Harlock e sbarcavano a Lucca). L'altra, invece, era una storia muta, di otto pagine, che raccontava di una taverna, di cacciatori di taglie e di un diamante grosso come un pugno... Ci piacque, e la affidammo ad Ivan, che doveva disegnarla. Il tratto era decisamente underground (e, per un fumetto fantasy, era una cosa strana), e le tavole erano disegnate con UNA BIC ROSSA! Pessima l'idea di fare una storia muta (quando si è inesperti, è meglio spiegare più cose possibile. Inoltre, il tratto non era chiarissimo, e rendeva ancora più difficile seguire la storia...). Alla fine, fu un clamoroso autogol... ma, posso dirlo tranquillamente, ho AMATO quella storia dalla prima all'ultima tavola. Certo, alcune vignette erano moooolto lontane dalla perfezione... ma: perdio! eravamo una fanzine, pubblicavamo un autore esordiente... ed io ho adorato (ed adoro tutt'ora) alcune di quelle vignette. La quarta di pagina quattro, per esempio, con la tizia che cade in un ruscello, trafitta da una lancia, con i pesci che saltano ovunque.... bellissima! A Lucca avevamo conosciuto altri autori di Arthur King... specialmente, avevamo fatto amicizia con Guglielmo Signora (che, oltre ad essere uno dei primi autori italiani dal tratto manga, è tutt'ora il più grande collezionista ch'io conosca di robot giapponesi). Avremmo voluto intervistarlo, ma alla fine lui me ne uscii con una frase tipo: "beh, visto che abitiamo lontani e c'è poco tempo... non è che ti andrebbe di auto-intervistarti?". Detto, fatto! (e così, riuscii anche a lavorare di meno, per quel numero!). I pezzi forti del n. 1 di Nuvole, comunque, erano le interviste a Stefano Raffaele e Max Bunker. La seconda, soprattutto, mi sembra ancora oggi molto ben riuscita... Purtroppo, Bunker mi mandò un disegno inedito di Dario Perucca molto simpatico, ma che non "reggeva" per nulla, da solo, la quarta di copertina. Decidemmo, allora, di utilizzare due illustrazioni, in quarta: oltre all'Alan Ford di Perucca, scegliemmo una Ava di Cavezzali (per restare sempre nel campo del fumetto umoristico), e mettemmo tutti gli "strilli" di copertina in quarta (a parte X-O MANOWAR, che rimase in prima). Per migliorare la qualità della stampa, decidemmo di lasciar da parte la carta opaca e di utilizzare quella lucida. Mai cazzata fu più tremenda: tutti i disegni perdevano in qualità e, nello sfogliare la fanzine, restava l'inchiostro sulle dita...... Aggiungete che la scritta "A Nuvole! Stefano Raffaele" non ci stava, in copertina, e decidemmo di tagliare un pezzo del disegno per metterla comunque sulla cover, ed avrete l'identikit del perfetto "numero tutto sbagliato". Una tragedia. Tanto che non ebbi mai il coraggio di chiedere a Raffaele cosa ne pensasse..... Grazie al numero Zero avevamo conosciuto Giancarlo Dallosta, un ragazzo di Alessandria che, su RADIO COSMO, mandava in onda una "fanzine radiofonica" con un titolo che ci fece subito "gemellare": RADIO NUVOLE! Giancarlo aveva letto della nostra fanzine su NATHAN NEVER (incredibile ma vero! Antonio Serra aveva parlato bene del nostro numero zero su una delle testate più vendute in Italia. Cosa ne ricavammo? Alcune richieste di spedizione, ma ZERO SOLDI: nessuno di quelli che ci chiese la fanzine si fece mai la briga di pagarcela), ed era venuto a cercarci a Lucca. Più avanti, avrebbe collaborato alla fanzine... Per il momento, era più interessato a raccogliere fondi per sostenere la popolazione piemontese (c'era stata un'alluvione storica). Altre cose da dire? Sì: ebbi la geniale idea di proporre un concorso. Ma di questa patetica storia mi occuperò più avanti (mia sorella è a casa ad aspettarmi con le pizze, e devo stringere....).
COSA SUCCEDEVA, intanto.... la Play aveva pubblicato la testata "le avventure di Batman", basata sui cartoni animati che stavano spopolando in televisione. Tentativo mica tanto nascosto di "fregare" i diritti di Batman alla Glenat (e, per quanto la Play non abbia fatto un lavoro esemplare, in tutti questi anni, non era umanamente possibile peggiorare i risultati della Glenat). La Play pubblicava già gli altri eroi della DC. La Marvel Italia era uscita con "The Mask", sull'onda del successo del film con Jim Carrey. Non fu una cosa da poco: "The Mask" (un fumetto che adoravo) non era un fumetto Marvel, ma della Dark Horse. La Marvel Italia, in questo modo, confermava di non volersi limitare alla traduzione dei fumetti della casa-madre americana. La Star Comics aveva deciso di pubblicare per la prima volta un manga in "versione originale", cioè non ribaltata. All'inizio del 2005 sarebbe approdato, prima a Lucca e poi in tutte le edicole italiane, un vero e proprio ciclone: DRAGON BALL (i diritti ce li aveva la Glenat, che non li aveva mai utilizzati: complimenti per l'intuito!). Ma, soprattutto, sbucavano ovunque fumetti autoprodotti (tutti, più o meno, supereroistici): apparte il Grendiverse, di cui ho già parlato, Daniele Brolli aveva fondato la PHOENIX, che partiva con alcune ristampe ("Charleston", di Angelo Stano, ed un volume di Baldazzini), alcuni volumi di RAMARRO (uno con i disegni di Giuseppe Palumbo, un altro con l'esordio di Maurizio Rosenzweig), ed una serie supereroistica di cui non ricordo il nome ma che impressionò tutti per la grande qualità dei disegni, opera di Carmine di Giandomenico... La UNICORN aveva dato alle stampe Braintrust, e la MICROART di Napoli presentava Engaso 0.220. Tutte le testate si segnalavano per dei disegni davvero interessanti (su Engaso, esordiva Troiano). La BBD PRESSE, oltre a Desdy Metus, pubblicava DARK SIDE: testi di Roberto Recchioni, disegni di Leomacs.... La XENIA, già presente sul mercato con DEMON HUNTER, annunciava l'uscita di una nuova serie di fantascienza: BAD MOON (una delle idee più balzane che mi sia mai capitato di leggere: gli autori avevano inventato un linguaggio nuovo, ed i balloon erano "sottotitolati" in italiano).
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