questa è la storia....

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Tesla
view post Posted on 16/2/2006, 21:47




CITAZIONE
Non gli piaceva per niente l'aggettivo "divulgatore"...

che tra l'altro è un sostantivo tongue.gif



CITAZIONE
Dunque: ARTHUR KING n. 0 costava 1.000 lire.
E stava per andare in esaurimento.
Giò ne aveva chieste 10 (dieci) copie. Con il 50% di sconto. Totale della spesa: 5000 lire.
Non ci veniva fuori nemmeno un panino al bar, figuriamoci i soldi del biglietto del treno e la trasferta....


dry.gif sick.gif che schifezza
 
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ro-mario
view post Posted on 17/2/2006, 10:08




ANCORA QUELLA LUCCA

Tra gli autori con cui mi fermo a parlare c'è uno strano tizio toscano, che si presenta come sceneggiatore di Desdy Metus, mi fa i complimenti per la fanzine, e mi lascia il suo biglietto da visita. Che, magari, si potrebbe anche collaborare: Graziano Galletti. (applausi!)
Desdy Metus era uno strano fumetto, in formato bonelliano (ma con meno pagine), con le copertine disegnate da quel Marco Nizzoli che adoravo già dai tempi di Angel Dark, della Max Bunker Press.
La tizia era una deejay fiorentina.
La serie durò tre numeri, se non ricordo male.
Tra gli altri autori di Desdy c'era un disegnatore col pizzetto e la faccia simpatica. Giuseppe Di Bernardo. Talmente innamorato della SUA Desdy, che riuscirà a riportarla in edicola, dieci anni dopo. Ma qui si passa dalla storia alla cronaca....
Non fu lì, che scattò l'amicizia. Ma mancava davvero poco.


LE COSE BELLE DURANO POCO

piccolo elenco di testate che sarebbero dovute durare di più. Onore e gloria imperituri agli autori....

DINAMITE: 2 numeri
SPRAYLIZ: 11 numeri
HAMMER: 13 numeri
BILLIBAND: 12 numeri
ESP: 18 numeri
FULL MOON PROJECT: 7 numeri
DESDY METUS: 3 numeri

(l'ho scritta di getto, mancherà sicuramente un sacco di roba)

PANNA MONTATA:
ad una Lucca, sicuramente prima del '94, si correva ad uno stand che vendeva una fanzine decisamente anomala: Panna Montata. Anomala perché, al posto di costare 3/4000 lire ed essere stampata su cartaccia da due soldi, costava 18000 (o qualcosa del genere), era a colori, su carta patinata, con la sovracoperta e in formato "gigante" (tipo quello di Eroticart Collection, se qualcuno ha presente).
Un successone!
Il pezzo forte? duepaginedue, disegnate, in cui si spiegava alle donne come agli uomini piace farsi fare i pompini.........: quelle finesse!!! (si legge in francese, neh!).
(anche se, devo dire... che io non è che fossi completamente d'accordo con alcuni consigli. Ma, tant'è: non credo di essere mai stato con una che abbia letto quel numero unico di Panna Montata ).

Edited by ro-mario - 22/2/2006, 23:25
 
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arcobalenotturno
view post Posted on 17/2/2006, 11:33




che strano... Giò mi è sempre sembrato così pieno di vita...
 
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Eric
view post Posted on 17/2/2006, 15:57




CITAZIONE (arcobalenotturno @ 17/2/2006, 11:33)
che strano... Giò mi è sempre sembrato così pieno di vita...

L'uomo più vicino ad Athena.
 
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ro-mario
view post Posted on 20/2/2006, 20:33




ho controllato!!!!
alla Lucca del Novembre 1994 eravamo andati SOLO con il numero Zero di Nuvole.
Le testate del Grendiverse erano due: "Black Rose" e "Morning Star" (più un albo con le previews delle uscite future, mai realizzate, però)...
Eccomunque, quando arrivai a quella Lucca, avevo già realizzato (e da parecchio) l'intervista a Bartoli e Domestici che sarebbe stata una delle due ossature intorno alla quale sarebbe nato il numero UNO di Nuvole.

NUVOLE: TOMO 1
Intanto... durante la lavorazione del n. 0, tra di noi si scherzava quando io o Luca provavamo a proporre l'inserimento di altri articoli: "sì... se aggiungiamo altre pagine, ci facciamo un tomo!".
Detto fatto: il numero uno avrebbe avuto 68 pagine (ma questo l'avremmo scoperto solo alla fine... prima si scrivevano gli articoli, poi ci si preoccupava -eventualmente- della foliazione.....), e quindi, sarebbe stato il TOMO UNO. L'idea fu di Max.
Bisognava decidere i due argomenti-base... avevamo già l'intervista a Bartoli/Domestici. Quindi, si doveva partire da Arthur King...
Idea! proviamo a sentire Max Bunker (uno dei nostri miti, grazie soprattutto ai primi Alan Ford ed alla traduzione in italiano dei supereroi marvel)! Che c'azzecca?
Beh... Arthur King è un fumetto umoristico, e Max Bunker, di fumetti umoristici, se ne intende eccome! Contattai Bunker per telefono, e facemmo l'intervista (l'unica, che io mi ricordi, che firmai in coppia con Luca. Anche se ho un dubbio sull'intervista fatta a Romanini sul n. 3) alla fiera del Quark.
Luca iniziò a gettare le basi per il suo dossier-fiume sul Cyberpunk.
E la copertina? l'idea iniziale era quella di fare due interviste agli autori più in vista, in quel momento, di Lazarus Ledd: Giancarlo Olivares e Stefano Raffaele.
Olivares mi piaceva da pazzi ed era il copertinista, Raffaele, invece, aveva da poco debuttato con l'etichetta (affibbiatagli da Capone) di "Jim Lee italiano". Il suo stile doveva molto ai supereroi Image, ma il suo albo d'esordio ("AXIS", il n. 4 di LL) non m'aveva colpito per nulla. Cioè: si vedeva del talento, ma si vedeva anche che il ragazzo -almeno per il momento- era molto lontano dalla bravura di gente come Jim Lee o, per restare in Italia, Claudio Castellini.
Chissà perché, m'ero fatto l'idea che Raffaele fosse un "montato".
Ovviamente, mi sbagliavo completamente....
Parlai con Stefano che, oltre a rivelarsi un ragazzo disponibilissimo e simpatico, mi buttò lì una notizia bomba: le testate della casa editrice VALIANT (ai tempi, una delle maggiori negli USA) avrebbero subito una radicale trasformazione, e lui avrebbe disegnato lo speciale di uno dei personaggi migliori: X-O MANOWAR! (era il mio preferito, trallaltro... poi c'erano gli Harbinger, Turok, Timewalker, Archer & Armstrong e Solar)
Questo cambiava radicalmente la struttura della rivista (oltre ad offrirci la possibilità di avere una copertina che "spaccava", con uno dei supereroi più "cool" del momento): si sarebbe parlato della Valiant e dei disegnatori italiani all'estero (trallaltro, il tutto andava a combaciare perfettamente con l'intervista a Max Bunker!).
Dopo aver fatto l'intervista, chiamai Bottero per capire come la Play Press (che pubblicava in Italia la Valiant) avrebbe presentato le nuove versioni dei personaggi Valiant. E... sorpresa! Bottero non sapeva nulla nè di "Birthquake!" (il nome in codice della rivoluzione-Valiant), nè del fatto che Raffaele avrebbe disegnato X-O Manowar... pareva entusiasta della cosa, e tormentato dal dubbio che gli stessi facendo uno scherzo di pessimo gusto.........
Comunque, alla Lucca di novembre c'incontrammo e lo intervistai.
Stefano Raffaele, nel frattempo, ci aveva spedito (con un corriere, ed a sue spese: 50.000 lire!!!) l'originale di X-O Manowar per la copertina: eravamo estasiati dalla bellezza di quel disegno!
Avevamo deciso (credo che sia una delle leggi del "fanzinaro incosciente"!) di non fermarci alla critica ed alle interviste: avremmo pubblicato anche fumetti realizzati da noi.
Giorgio ci diede una pin-up di un drago che si gongolava con le mutandine di pizzo rubate ad una guerriera... ci piacque molto, la pubblicammo, e costringemmo Giorgio a prometterci di realizzare un'illustrazione anche per il prossimo numero. Sono passati più di dieci anni, e la stiamo ancora aspettando......
Al Dossier:Cyberpunk di Luca aggiungemmo un'altra illustrazione, realizzata da un certo Gianpaolo di cui non ho davvero alcun ricordo...
Ma, principalmente... avevamo trovato un disegnatore dal tratto interessante... bastava scrivere una sceneggiatura di qualche pagina, ed avremmo avuto il nostro fumetto!
Max e Giorgio si fecero subito da parte: dicevano che eravamo io e Luca che sapevamo scrivere... avremmo scritto una sceneggiatura per uno, ed avremmo scelto la migliore.
Io, però... non c'ho mai avuto l'ambizione di scrivere fumetti (penso di essere un caso più unico che raro, tra i fanzinari.... anche se, a dire la verità, mi sarebbe piaciuto davvero sceneggiare "Fiume Sand Creek", la canzone di Fabrizio de André.... ma questa è storia di un altro periodo, e si scontrò con l'aperta ostilità di Max, Luca e Giorgio.....). Così, non presentai nessuna sceneggiatura.
Luca, invece, ne fece due: una demenziale, piena di personaggi dei cartoni animati (se non ricordo male, ad un certo punto s'imbarcavano tutti sull'Arcadia di Capitan Harlock e sbarcavano a Lucca). L'altra, invece, era una storia muta, di otto pagine, che raccontava di una taverna, di cacciatori di taglie e di un diamante grosso come un pugno... Ci piacque, e la affidammo ad Ivan, che doveva disegnarla.
Il tratto era decisamente underground (e, per un fumetto fantasy, era una cosa strana), e le tavole erano disegnate con UNA BIC ROSSA!
Pessima l'idea di fare una storia muta (quando si è inesperti, è meglio spiegare più cose possibile. Inoltre, il tratto non era chiarissimo, e rendeva ancora più difficile seguire la storia...). Alla fine, fu un clamoroso autogol... ma, posso dirlo tranquillamente, ho AMATO quella storia dalla prima all'ultima tavola. Certo, alcune vignette erano moooolto lontane dalla perfezione... ma: perdio! eravamo una fanzine, pubblicavamo un autore esordiente... ed io ho adorato (ed adoro tutt'ora) alcune di quelle vignette. La quarta di pagina quattro, per esempio, con la tizia che cade in un ruscello, trafitta da una lancia, con i pesci che saltano ovunque.... bellissima!
A Lucca avevamo conosciuto altri autori di Arthur King... specialmente, avevamo fatto amicizia con Guglielmo Signora (che, oltre ad essere uno dei primi autori italiani dal tratto manga, è tutt'ora il più grande collezionista ch'io conosca di robot giapponesi). Avremmo voluto intervistarlo, ma alla fine lui me ne uscii con una frase tipo: "beh, visto che abitiamo lontani e c'è poco tempo... non è che ti andrebbe di auto-intervistarti?". Detto, fatto! (e così, riuscii anche a lavorare di meno, per quel numero!).
I pezzi forti del n. 1 di Nuvole, comunque, erano le interviste a Stefano Raffaele e Max Bunker. La seconda, soprattutto, mi sembra ancora oggi molto ben riuscita...
Purtroppo, Bunker mi mandò un disegno inedito di Dario Perucca molto simpatico, ma che non "reggeva" per nulla, da solo, la quarta di copertina.
Decidemmo, allora, di utilizzare due illustrazioni, in quarta: oltre all'Alan Ford di Perucca, scegliemmo una Ava di Cavezzali (per restare sempre nel campo del fumetto umoristico), e mettemmo tutti gli "strilli" di copertina in quarta (a parte X-O MANOWAR, che rimase in prima).
Per migliorare la qualità della stampa, decidemmo di lasciar da parte la carta opaca e di utilizzare quella lucida. Mai cazzata fu più tremenda: tutti i disegni perdevano in qualità e, nello sfogliare la fanzine, restava l'inchiostro sulle dita......
Aggiungete che la scritta "A Nuvole! Stefano Raffaele" non ci stava, in copertina, e decidemmo di tagliare un pezzo del disegno per metterla comunque sulla cover, ed avrete l'identikit del perfetto "numero tutto sbagliato".
Una tragedia. Tanto che non ebbi mai il coraggio di chiedere a Raffaele cosa ne pensasse.....
Grazie al numero Zero avevamo conosciuto Giancarlo Dallosta, un ragazzo di Alessandria che, su RADIO COSMO, mandava in onda una "fanzine radiofonica" con un titolo che ci fece subito "gemellare": RADIO NUVOLE!
Giancarlo aveva letto della nostra fanzine su NATHAN NEVER (incredibile ma vero! Antonio Serra aveva parlato bene del nostro numero zero su una delle testate più vendute in Italia. Cosa ne ricavammo? Alcune richieste di spedizione, ma ZERO SOLDI: nessuno di quelli che ci chiese la fanzine si fece mai la briga di pagarcela), ed era venuto a cercarci a Lucca.
Più avanti, avrebbe collaborato alla fanzine...
Per il momento, era più interessato a raccogliere fondi per sostenere la popolazione piemontese (c'era stata un'alluvione storica).
Altre cose da dire?
Sì: ebbi la geniale idea di proporre un concorso. Ma di questa patetica storia mi occuperò più avanti (mia sorella è a casa ad aspettarmi con le pizze, e devo stringere....).

COSA SUCCEDEVA, intanto....
la Play aveva pubblicato la testata "le avventure di Batman", basata sui cartoni animati che stavano spopolando in televisione. Tentativo mica tanto nascosto di "fregare" i diritti di Batman alla Glenat (e, per quanto la Play non abbia fatto un lavoro esemplare, in tutti questi anni, non era umanamente possibile peggiorare i risultati della Glenat). La Play pubblicava già gli altri eroi della DC.
La Marvel Italia era uscita con "The Mask", sull'onda del successo del film con Jim Carrey. Non fu una cosa da poco: "The Mask" (un fumetto che adoravo) non era un fumetto Marvel, ma della Dark Horse. La Marvel Italia, in questo modo, confermava di non volersi limitare alla traduzione dei fumetti della casa-madre americana.
La Star Comics aveva deciso di pubblicare per la prima volta un manga in "versione originale", cioè non ribaltata. All'inizio del 2005 sarebbe approdato, prima a Lucca
e poi in tutte le edicole italiane, un vero e proprio ciclone: DRAGON BALL (i diritti ce li aveva la Glenat, che non li aveva mai utilizzati: complimenti per l'intuito!).
Ma, soprattutto, sbucavano ovunque fumetti autoprodotti (tutti, più o meno, supereroistici): apparte il Grendiverse, di cui ho già parlato, Daniele Brolli aveva fondato la PHOENIX, che partiva con alcune ristampe ("Charleston", di Angelo Stano, ed un volume di Baldazzini), alcuni volumi di RAMARRO (uno con i disegni di Giuseppe Palumbo, un altro con l'esordio di Maurizio Rosenzweig), ed una serie supereroistica di cui non ricordo il nome ma che impressionò tutti per la grande qualità dei disegni, opera di Carmine di Giandomenico...
La UNICORN aveva dato alle stampe Braintrust, e la MICROART di Napoli presentava Engaso 0.220.
Tutte le testate si segnalavano per dei disegni davvero interessanti (su Engaso, esordiva Troiano).
La BBD PRESSE, oltre a Desdy Metus, pubblicava DARK SIDE: testi di Roberto Recchioni, disegni di Leomacs....
La XENIA, già presente sul mercato con DEMON HUNTER, annunciava l'uscita di una nuova serie di fantascienza: BAD MOON (una delle idee più balzane che mi sia mai capitato di leggere: gli autori avevano inventato un linguaggio nuovo, ed i balloon erano "sottotitolati" in italiano).
 
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ro-mario
view post Posted on 20/2/2006, 23:00




LE RIUNIONI DI "REDAZIONE"...

Redazione è tra virgolette perché mi scappa da ridere, a ripensarci...
le riunioni si tenevano tutte a casa di Max (cioè... visto che viveva ancora con i genitori: a casa dei genitori di Max). Era lui che c'aveva il computer e lo scanner (per il tipo di scanner: chiedete a lui... ma vi assicuro che è assolutamente incredibile come siano -lui e Giorgio- riuscire ad effettuare qualche scansione decente con quel trabiccolo lì... non era in formato A4, come si potrebbe pensare: era molto piccolo e doveva essere usato in maniera "manuale": per scannerizzare un disegno, bisognava appoggiarlo sul tavolo, prendere un righello al quale appoggiare lo scanner e, se tutto andava bene, con due sole passate si riusciva ad ottenere l'immagine a computer. Immagine che, ovviamente, andava "aggiustata" perché, di solito, le due scansioni "a striscia" non combaciavano mai...).
Le "riunioni" non iniziavano mai prima delle otto di sera: io finivo di lavorare e mi facevo tutta la Lovere-Bergamo. Non mi ricordo dove mangiavamo, ma qualche volta i genitori di Max, presi a compassione, si offrivano di sfamare quel rompicoglioni che veniva dalla ValCamonica....
Ognuno di noi lavorava a casa propria: io e Luca arrivavamo con gli articoli già fatti, Max e Giorgio con le impaginazioni realizzate.
Si iniziava a controllare tutto quello che si era fatto fino a quel momento. Di solito, non andava mai bene nulla... cioè: andava benissimo tutto, però... "sai, quasi quasi, io cambierei appena appena questo, e poi quello, e quell'altra cosa... e, già che ci siamo, anche questa e quest'altra....".
Mai successo che un'impaginazione (gli articoli li controllavo tutti io a casa, ed a quel punto, non venivano più toccati: molto poco democratico, ma non oso pensare al caos che sarebbe scoppiato, se avessimo dovuto controllare ANCHE quelli) sia andata in stampa in maniera anche solo simile a com'era stata concepita.
Dopo un poco che stavamo discutendo, i genitori di Max venivano a salutarci, ch'era ormai passata mezzanotte.... Per nostra fortuna, Max perse abbastanza velocemente il vizio del fumo: stare in quella stanzetta per delle ore con la puzza di sigaretta era più di quello che ero disposto a sopportare...
Alla fine, non si andava mai a casa prima delle tre di notte. Non so gli altri, ma non è che io arrivassi in ufficio, il giorno dopo, fresco come un fiore.....
La parte peggiore, per me, era lo sbobinamento delle interviste (le registravo tutte su delle musicassette): duravano un sacco di tempo, ed io DOVEVO trascrivere TUTTO esattamente... nessuna abbreviazione, nessun salto di pezzi che sembravano poco importanti. C'impiegavo delle giornate intere....
Max e Laura (che già si frequentavano, anche se lei tendeva ad evitare di assistere alle nostre serate fanzinare... Ah! le donne: c'è un sacco da imparare, da loro......), ad un certo punto, visto che ero pieno di interviste da sbobinare e che continuavo a rimandare, si offrirono di trascrivere quella a Max Bunker. Quando lessi quello che avevano fatto, non riuscivo a crederci: assolutamente inutilizzabile! Partendo dalla (bassa) insinuazione che io, mentre parlo, mi mangio le parole (insinuazione bassa ma, purtroppo, assolutamente vera. Ma che non li giustifica nemmeno un pò, comunque!), riuscirono a trascrivere un vero e proprio museo degli orrori, con nomi e personaggi completamente sbagliati, ed un sacco di frasi lasciate a metà o nemmeno trascritte....
Bunker, nel frattempo, aveva perso ogni accenno di simpatia nei miei confronti, e mi disse che non mi avrebbe fatto avere il disegno per la copertina finché non avesse visto l'intervista (dopo la cazzata dell'articolo su Hammer, avevo preso l'abitudine di spedire sempre all'intervistato una copia dell'articolo, per evitare fraintendimenti ed errori). Alla fine, mi toccò rifare tutto da capo (e Max, ma soprattutto Laura, s'incazzarono persino...): scrissi il pezzo, lo feci avere a Bunker (riacquistai così la sua simpatia... sbocciata, ai tempi, dopo una discussione sulle differenze tra il dialetto bergamasco e quello milanese) e, dopo che lui mi mandò il disegno di Perucca, andammo in stampa.

LA DISTRIBUZIONE
Croce e croce di ogni fanzine che si rispetti.
Un albo lo si può vendere in fiera, al negozio di fumetti della tua città, o ad un distributore nazionale.
Ai tempi, l'unico vero distributore era Alessandro Distribuzioni, di Bologna.
Poi c'era la Borsa del Fumetto di Milano, qualcun altro a Roma (che io, però, non conoscevo) e la Cosmic Comics di Capone, dalla quale, trallaltro, io compravo i fumetti.
Per vendere meglio Nuvole, avevo iniziato a comprare quantità spropositate di fumetti da vendere in fiera.
La Cosmic mi fece sapere che, di Nuvole, non gliene serviva NEMMENO una copia. Bell'aiuto, mi dissi....
La Borsa del Fumetto e Alessandro Distribuzioni, invece, si dimostrarono interessati, e comprarono, se non ricordo male, 100 copie ciascuno del numero Zero.
Quando uscì il numero Uno, ovviamente, li ricontattai per DUE motivi fondamentali:
1) vedere quante copie volevano del nuovo numero
2) vedere se, per caso, fossero intenzionate a pagare le copie del numero zero.

Le cose, funzionavano più o meno così: il distributore voleva uno sconto del 50% sul prezzo di copertina. Noi, se vendevamo qualche copia ad un negozio, gliele davamo con il 30% di sconto.

Alessandro Distribuzioni: alla richiesta di pagamento, la segretaria mi rispose con: "sì, dobbiamo pagarvi, ma non abbiamo ancora ricevuto la fattura".
"LA FATTURA????" e quando caxxo pensavano di dirmelo, che gli serviva la fattura?
Eppoi: come potevo fargliela, visto che le spese le pagavo tutte io, ma senza appoggiarmi a nessuna società? E poi, la tizia calò il carico da undici: "sì, e mi serve con IVA ASSOLTA DALL'EDITORE".
Non solo la fattura, dunque (che avrei potuto far fare dalla tipografia), ma una fattura fatta da una casa editrice. Io, ovviamente, non sapevo da che parte girarmi. Al che, dopo una telefonata lunghissima, riuscii a spiegare alla signorina che, essendo noi una pubblicazione amatoriale senza scopo di lucro, non potevamo proprio farci nulla. Quando le chiesi come facevano le altre fanzine ad arrangiarsi, cadde dalle nuvole (appunto!) e ci disse che, "beh, non fa niente... troveremo un modo". I soldi, alla fine arrivarono.
Con il numero Uno, invece, non fui altrettanto fortunato: nel frattempo, Alessandro aveva venduto la sua rete di distribuzione alla Panini, che aveva creato la Pan Distribuzione e non ne voleva assolutamente sapere di pagare qualcosa senza regolare fattura. Cristonai per un pò, poi lasciai perdere....

La Borsa del Fumetto: Nessi era una gran brava persona, ma per farmi pagare, penai per un sacco di tempo... Trallaltro, ho scoperto recentemente di essere stato uno dei pochi: alle fiere, Nessi era famoso per la strana abitudine di pagare in contanti...... Vabbè: sfiga! Comunque: gli avevo venduto il numero zero, ed anche il numero uno. Mi sembrava il momento giusto per chiedere i soldi (voi, cosa avreste fatto?): vabbè che bisogna tenerseli buoni perché senza distributori non si va da nessuna parte, ma con i distributori che non pagano si va a finire anche peggio... Quindi, telefonai a Milano. Mi rispose la moglie, che mi disse che avrebbe controllato se effettivamente mi doveva quei soldi. Dopo qualche settimana, visto che non mi richiamava, mi feci risentire io: "sì, in effetti dobbiamo pagarti: passa tra un paio di settimane in negozio". Ci fu poco da provare a spiegarle che da Costa Volpino a Milano ci sono cento chilometri, e che per venire a prendere i soldi, se la matematica non m'ingannava, avrei dovuto fare 200 chilometri (per 200000 lire: 1000 lire al chilometro... mi ci pagavo a malapena il gasolio).
Arrivai alla Borsa il giorno di Halloween: me lo ricordo benissimo perché le commesse (compresa la moglie di Nessi) erano vestite da streghe. Andai con la mia ragazza, alla quale avevo promesso un salto veloce in fumetteria e poi un giro per Milano. Ma Nessi non c'era... saranno state le tre del pomeriggio, e la moglie fu irremovibile: "può pagarvi soltanto lui, magari provate a passare verso le sette di sera... non posso garantire niente, ma forse ritorna". Vabbè: poco male... facemmo il nostro giro di Milano (un pochino più in fretta di quello che avevamo programmato, in effetti), poi tornammo alla Borsa dove trovammo Nessi. Che mi pagò, per fortuna...

Ma i posti dove vendevamo di più, oltre alle fiere, erano i due negozi di Bergamo e Brescia: "Yellow Kid" e "Imago". Per pubblicizzare la fanzine, per avere un'occasione per incontrare gli autori e per ripagarli in qualche modo della fiducia che ci avevano dato (entrambi ci pagavano 100.000 lire a numero per la pubblicità), provai ad organizzare qualche incontro da loro.
Esperienza non del tutto positiva... a Bergamo, dopo Bartoli&Domestici, venne Stefano Raffaele, che ottenne un discreto successo, a Brescia, invece, andò Luca Enoch. Giò si comportò un pò meglio (ma senza esagerare) della prima volta, mentre i ragazzi di Imago furono splendidi: comprarono decine di albi di Sprayliz, prepararono un tavolo apposta per l'incontro, con spazio per fare i disegni e tutti gli arretrati disponibili... ma non venne moltissima gente. Dopo quella volta, decisi di lasciar perdere. (a dire il vero, ci riprovai qualche anno più tardi, però a Milano, da SUPERGULP... ma questa è tutta un'altra storia)
 
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nicjedi
view post Posted on 20/2/2006, 23:33




ODDIO LO SCANNER MANUALE....l'ho avuto anche io...almeno 12-13 anni fa...mamma mia..erano secoli che non ne sentivo parlare... laugh.gif
 
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ro-mario
view post Posted on 20/2/2006, 23:38




CITAZIONE (nicjedi @ 20/2/2006, 23:33)
ODDIO LO SCANNER MANUALE....l'ho avuto anche io...almeno 12-13 anni fa...mamma mia..erano secoli che non ne sentivo parlare... laugh.gif

chiedi a Max, quanto s'è divertito a scannerizzare almeno DUE numeri di Nuvole, con quel prodigio della tecnica.....
(approposito: sarebbe carino se anche Max scrivesse qualcosa, no? Proverò anche a chiedere a Luca e Giorgio..... Luca, trallaltro, s'è fatto vivo qualche tempo fa, votando per il PREMIO NUVOLE..........)
 
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ro-mario
view post Posted on 22/2/2006, 16:12




COS'ALTRO SUCCEDEVA?

Oltre ai fumetti "da fiera", era un continuo fiorire anche di nuove proposte per le edicole. Nel giugno del '94, per esempio, una tal casa editrice GELDA (che nessuno ha più sentito nominare), diede alle stampe VIRTUAL HEROES, un mensile in formato un pò più piccolo di quello dell'Intrepido, in b/n, che raccontava le avventure di un gruppo di soldati che combattevano grazie alla realtà virtuale.
A rileggerlo oggi (beh... a dire la verità: diciamo che me lo sono letto oggi per la prima volta), il fumetto è anche carino: la storia è passabile ed i disegni sono in quello stile-Image che tanto andava nel periodo. Il disegnatore era un clone -neanche tanto malvagio, a dire la verità- di Jim Lee.
Le storie erano opera di un esordiente (a quanto mi risulta), DIEGO CAJELLI.
Non so, sinceramente, quanto sia durata la testata: a casa mia ci sono solo i primi tre numeri... ma può tranquillamente darsi che io non li abbia comprati tutti. Anche perché la realtà virtuale è un argomento che non mi ha mai affascinato più di tanto (tranne il primo Matrix).
Le edicole erano invase da una serie di fumetti giapponesi, perlopiù erotici, stampati senza averne i diritti (ed alcuni disegnatori italiani, di pessimo gusto, inserivano gli organi genitali maschili e femminili nei disegni: in Giappone, la censura non lo permette nemmeno nei fumetti per adulti. Ovviamente, il cambio di stile si notava parecchio). Addirittura, una casa editrice stampò alcuni numeri di Occhi di Gatto, City Hunter e Be Free senza averne i diritti. La cosa davvero incredibile, però, fu che questi tizi non si presero neppure la briga di tradurre i dialoghi, ma si inventarono i balloon di sana pianta. Questi volumi, che si possono ancora trovare in qualche fiera, erano la cosa più illeggibile che mi sia mai capitato di provare (nel vero senso della parola) a leggere.

Nuvole n. 1 non andò benissimo... risentì parecchio della brutta impaginazione (la copertina, che in originale era una figata, perdeva praticamente tutta la sua potenza), e probabilmente, anche di un sommario non proprio indovinato. Ma forse fu soltanto che noi eravamo troppo demoralizzati dal risultato per renderci conto che, alla fine, non è che si vendette poi così male...
Comunque, avevamo trovato il VERO problema che stava alla base delle nostre poche vendite: dovevamo fare la copertina a colori!

p.s.: il concorso su Nuvole n. 1.
Cosa facemmo? in terza di copertina, mettemmo un tagliandino che, ritagliato (in originale) e speditoci, avrebbe partecipato ad un'estrazione tramite cui si potevano vincere:
- Arthur King n. 0 autografato da Bartoli & Domestici
- Sprayliz n. 0 autografato da Luca Enoch
- X-O Manowar Yearbook autografato da Stefano Raffaele

In realtà, ci fu ben poco da estrarre: ci arrivarono 4 tagliandi. (e per fortuna che non mi ero lasciato trascinare dall'entusiasmo: all'inizio, volevo mettere in palio il numero 1 di Dylan Dog autografato da Stano.....).
Di fronte all'amletica decisione: aggiungiamo un altro albo e li premiamo tutti, o non premiamo nessuno? Decisi di escluderne uno dalle premiazioni. Purtroppo, quei fumetti (autografati, con tanto di dedica col nome del vincitore) non furono mai spediti. Motivo? Me ne dimenticai completamente e, quando me ne resi conto, ero troppo imbarazzato (e non mi ricordavo nemmeno dove li avevo messi.......) per spedirli comunque. Decisi che, alla fin fine, avrei sempre potuto dar la colpa alle poste italiane .
Bella figura di merda, neh? (ed era solo colpa mia, mannaggia!)
 
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-logan-
view post Posted on 22/2/2006, 20:52




mario sei un grande... quanti ricordi e quanti fumetti che non ricordavo nemmeno piu'....
citi balboa della play press, fumetto che tutt'ora conservo in cantina, glamazonia, la fanzine di marcello e degli altri che si trovavano nel negozio di casalecchio al sabato pomeriggio, io andavo sempre da loro perchè avevo iniziato da poco a leggere i supereroi e non sapevo chi cavolo era tutta quella gente che compariva nel fumetto...
e poi la lucca della marvel italia:
CITAZIONE
ed il Palazzetto (o una tensostruttura, non ricordo... ai tempi forse le tensostrutture non c'erano ancora) non era omologato per la neve. Tutto questo, nonostante ci fosse un sole che emanava un caldo bestiale

io arrivai alle 9 del mattino e me ne andai alle 20 senza esser riuscito ad entrare ma con una invidiabile abbronzatura.... (fra l'altro dovrei avere ancora la foto di quando bloccammo la strada all'altezza dell'esselunga....)
l testate Malibu,
X-O MANOWAR, gli Harbinger, Turok, Timewalker, Archer & Armstrong e Solar, le ho comprate tutte....come arthur king...

CITAZIONE
Ma, soprattutto, sbucavano ovunque fumetti autoprodotti (tutti, più o meno, supereroistici): apparte il Grendiverse, di cui ho già parlato, Daniele Brolli aveva fondato la PHOENIX, che partiva con alcune ristampe ("Charleston", di Angelo Stano, ed un volume di Baldazzini), alcuni volumi di RAMARRO (uno con i disegni di Giuseppe Palumbo, un altro con l'esordio di Maurizio Rosenzweig), ed una serie supereroistica di cui non ricordo il nome ma che impressionò tutti per la grande qualità dei disegni, opera di Carmine di Giandomenico...
La UNICORN aveva dato alle stampe Braintrust, e la MICROART di Napoli presentava Engaso 0.220.
Tutte le testate si segnalavano per dei disegni davvero interessanti (su Engaso, esordiva Troiano).
La BBD PRESSE, oltre a Desdy Metus, pubblicava DARK SIDE: testi di Roberto Recchioni, disegni di Leomacs....
La XENIA, già presente sul mercato con DEMON HUNTER, annunciava l'uscita di una nuova serie di fantascienza: BAD MOON (una delle idee più balzane che mi sia mai capitato di leggere: gli autori avevano inventato un linguaggio nuovo, ed i balloon erano "sottotitolati" in italiano).    VIRTUAL HEROES

anche questi li ho presi tutti... e metà di questi non li ricordavo.....
fra l'altro, magari m'è sfuggito... ma hai menzionato l'ottimo fullmoon project? ( mi sembra si chiamasse cosi...)



mi stai facendo fare un tuffo nei ricordi... grazie
 
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ro-mario
view post Posted on 22/2/2006, 23:23




no... direi che Full Moon Project non l'avevo ancora menzionato. Un pò perché, quando ho fatto l'elenco delle testate chiuse prematuramente non m'è venuto in mente (ma vado subito a rimediare!), un pò perché ho parlato abbastanza di Hammer, ideato dallo stesso gruppo che "stava dietro" Full Moon....
Gruppo di tutto rispetto: Giancarlo Olivares, Stefano Vietti, Majo, Sime, Fabio Pezzi........ mica pappa e fichi!
Magari poi controllo. Ma un paragrafo a parte su Full Moon Project ci starebbe bene (se non l'ho ancora fatto).

p.s.: se li vedi ancora, fai i complimenti ai ragazzi di Glamazonia. La fanzine era bellissima!

p.p.s.: ma DAVVERO hai letto Virtual Heroes?
 
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ro-mario
view post Posted on 22/2/2006, 23:49




Okkey: FULL MOON PROJECT.

Qualche anno prima, nelle edicole proliferavano alcune pubblicazioni bonellidi di infimo livello (Demon Hunter, Dick Drago, Nick Turbine...).
Perfino Dario Argento, che aveva da poco aperto un negozio di articoli horror a Roma, si era fatto prendere dall'euforia e pubblicava una serie dal nome (guardaunpò) "Profondo Rosso".
Ogni numero di "Profondo Rosso", se non ricordo male, era composto da alcune storie brevi. Fu su quelle pagine che m'imbattei, per la prima volta, nel nome di GIANCARLO OLIVARES. Ma, siccome a me l'horror non m'aveva mai preso più di tanto, lasciai perdere e pensavo che tutto sarebbe finito lì ("PR", trallaltro, non era stampava storie particolarmente belle).
Quand'ecco che, nel 1990, incappai in un numero uno che aveva davvero tutte le carte in regola: sto parlando, obviously, di "Full Moon Project".
Già la cover era diversa dal solito, con una gabbia nera che "imprigionava" il disegno di copertina. I disegni, poi, erano davvero belli (soprattutto se si pensa che, ai tempi, Olivares era praticamente un esordiente). La storia... beh, cheddire? la storia era X-Files. Solo che X-Files era ancora di là da venire.....
Questi ragazzi bresciani, capitanati da Davide Longoni (personaggio che, a quanto mi risulta, è poi sparito dal comicdom nostrano) e provenienti dalla scuola del fumetto di Ruben Sosa, erano riusciti a creare una serie non solo innovativa (tra le particolarità più eclatanti: ogni copertina era realizzata dal disegnatore dell'albo), ma mozzafiato e davvero ben fatta.
Ovviamente, questo non bastò. FMP chiuse dopo soli sette numeri. A quanto par di capire (nemmeno gli autori ci si sono mai raccapezzati) l'editore (la EDEN) non credette abbastanza nel progetto, che, per i tempi, trallaltro, sembra vendesse anche abbastanza bene.
Olivares, nel frattempo, era già stato contattato da Ade Capone per visualizzare (e per realizzare le copertine), insieme ad Emanuele Barison, il personaggio ed il mondo della prima vera serie italiana della Star Comics (nonostante, credo, fosse successiva a Cyborg): Lazarus Ledd.
Su LL, comunque, trovarono ospitalità Gigi Simeoni (che riuscì a ripulire in pochissimo tempo il suo segno dalla maggior parte delle esagerazioni proprie del suo naturale tratto umoristico), Stefano Vietti, Majo e Fabio Pezzi. Mi scuso, ma non mi ricordo se anche Riccardo Borsoni e Marco Febbrari lavorarono su Lazarus (ma credo di no).
Comunque, tornando a Full Moon, mi ricordo una recensione entusiasta su "Made in USA", una storia su un ponte custodito dai fantasmi dei nazisti e le vignette finali, con uno scontro a fuoco nel quale i protagonisti probabilmente muoiono....
Davvero una gran bella serie. Godibilissima, nonostante tutto il tempo passato, tutt'ora. Anzi: credo che, a parte qualche incertezza nei disegni, rileggendosela adesso la si potrebbe apprezzare di più.

 
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Eric
view post Posted on 22/2/2006, 23:58




CITAZIONE (ro-mario @ 22/2/2006, 23:49)
scuola del fumetto di Ruben Sosa

Quando giocava nell'Inter a me piaceva un sacco.
 
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-logan-
view post Posted on 23/2/2006, 00:13




CITAZIONE (ro-mario @ 22/2/2006, 23:23)
no... direi che Full Moon Project non l'avevo ancora menzionato. Un pò perché, quando ho fatto l'elenco delle testate chiuse prematuramente non m'è venuto in mente (ma vado subito a rimediare!), un pò perché ho parlato abbastanza di Hammer, ideato dallo stesso gruppo che "stava dietro" Full Moon....
Gruppo di tutto rispetto: Giancarlo Olivares, Stefano Vietti, Majo, Sime, Fabio Pezzi........ mica pappa e fichi!
Magari poi controllo. Ma un paragrafo a parte su Full Moon Project ci starebbe bene (se non l'ho ancora fatto).

p.s.: se li vedi ancora, fai i complimenti ai ragazzi di Glamazonia. La fanzine era bellissima!

p.p.s.: ma DAVVERO hai letto Virtual Heroes?

se devo dire che mi ricordo di cosa poarlava... no... ma letto l'ho letto... tieni conto che io compravo anche i fumetti stile bonelli sulla juventus... (uscivano anche di milan e inter).
glamazonia penso che esca ancora, ma online.. cmq quando passo in negozio riferisco al padre di marcello, uno dei fondatori di glamazonia.

però mi vanto di non aver letto (anche s'è antecedente di molto al periodo di cui parli) il paninaro!!!!!

CITAZIONE (Eric @ 22/2/2006, 23:58)
CITAZIONE (ro-mario @ 22/2/2006, 23:49)
scuola del fumetto di Ruben Sosa

Quando giocava nell'Inter a me piaceva un sacco.

meglio nella lazio.... smile.gif
 
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ro-mario
view post Posted on 23/2/2006, 11:07




beh... io, invece, il paninaro l'ho letto. E, ti dirò di più... se trovassi qualcuno che c'ha la collezione, me lo ricomprerei volentieri...

per Ruben Sosa: era molto meglio Juary!
 
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83 replies since 15/2/2006, 17:02   5115 views
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