INTERVISTA SUL FUMETTO A GIORGIO LAVAGNA

« Older   Newer »
  Share  
Leonardo84
view post Posted on 21/7/2005, 11:17




Che cos’è il fumetto? Un’espressione artistica, letteraria o altro?
Il fumetto è innanzitutto un linguaggio espressivo, una forma atta a raccontare storie, a intrattenere. Non so se sia arte, non so se sia letteratura, ma senza dubbio l’aspetto narrativo-letterario è prevalente su quello visivo, anche se potrebbe sembrare il contrario. Come diceva Jim Shooter, il goal di ogni momento della creazione di un fumetto è raccontare la storia, non di più, non di meno.

Da quale fonte traggono ispirazione autori e disegnatori quando si accingono a realizzare una serie a fumetti, indipendentemente da fatto che si tratti di un albo DC piuttosto che MARVEL o DISNEY?

Da qualsiasi cosa. Dalla vita, da qualcosa che si è letto, o che ti è stato raccontato, molto spesso da altri fumetti, o da film, o da strane, strampalate riflessioni che ti colgono quando rifletti su qualcosa.

Cosa differenzia, secondo te, il fumetto italiano da quello giapponese (manga) e da quello americano(comic book)? Cosa invece lo accomuna?

La principale differenza è che nel fumetto italiano, in quello di oggi, gli autori contano veramente poco. Il fumetto d’autore è poco editato e poco distribuito, mentre al contrario, il fumetto popolare ha molto spazio, direi troppo. C’è una certa sproporzione fra i due settori. Probabilmente è colpa sia degli autori che degli editori. Nel fumetto giapponese c’è più equilibrio, mi pare. Il fumetto americano è qualcosa di speciale. Formato e periodicità danno modo agli autori di comunicare con il pubblico praticamente in tempo reale. Possono parlare di quel che succede nel mondo adesso e ora. L’episodio mensile di 22 pagine è micidiale, in questo senso. Per cui gli unici fumetti davvero collegati alla realtà sono i supereroi, che sono, restano e saranno sempre un genere superiore, con buona pace dei vari critici italici e non che da anni ne celebrano i funerali. Io morirò, voi morirete, forse morirà persino Topolino, dio non voglia, ma non Superman, non Batman, non Spider-Man.

Come vedi il panorama fumettistico italiano, sia dal punto di vista artistico che di marketing?

C’è sempre interesse nei fumetti. Iniziative come quella di Repubblica l’hanno dimostrato. Certo il mercato italiano soffre per la situazione del fumetto italiano, che non è molto buona. In Italia sarebbe logico che fossero i fumetti italiani a vendere. Purtroppo, per vari motivi – di uno abbiamo già accennato – c’è qualche difficoltà.

Come vedi il panorama della MARVEL in Italia? Ma, soprattutto, come vedi quello della linea MARVEL HEROES?

Uh,abbiamo in Italia un buon numero di appassionati che sono in grado di tenere in vita una testata come THOR. Thor, Vendicatori, Iron Man, Cap, Fantastici Quattro non sono icone popolari come L’Uomo Ragno e Hulk, ma per ora sembra non abbiano problemi.

Come mai, pur essendo gli eroi DC più noti di quelli MARVEL, si ritrovano più in ombra degli altri? Cosa offre di più la MARVEL della DC?

Il fumetto Marvel in Italia è stato pubblicato meglio e con maggior continuità di quello DC. Il pubblico perciò è in grado di identificare gli eroi Marvel, e questa famigliarità si è tramandata da una generazione all’altra. Gli eroi DC sono più famosi perché legati ad altri media, ma se un ragazzo va in edicola e chiede Superman, non lo trova. A pensarci bene in Italia sono stati più gli anni in cui i personaggi DC in edicola sono mancati. Non si sono realizzati quindi quei passaggi generazionali necessari perché potesse consolidarsi una cultura DC.

Cosa ti ha spinto ad entrare in contatto con il mondo del fumetto? Cosa ti spinge a rimanerci e da lettore e da redattore/supervisionatore?

Me lo sono spesso chiesto anch’io. Leggo fumetti di supereroi da quando sono nato, e se devo essere sincero, non è che il fumetto in quanto tale mi interessi poi molto. Amo i giornalini, non “il Fumetto”, mi spiego? La copertina dell’ultimo numero di un albo di supereroi mi da un’emozione incredibile, un senso di meraviglia e di felicità che niente altro è in grado di darmi.

Per molti fumetti si è optato per un adattamento cinematografico. Secondo te, è meglio realizzare un film a cartoni animati o uno con attori in carne ed ossa? Qual è stato, a tuo parere, il fumetto meglio adattato sul grande schermo e/o piccolo schermo?

Non amo molto i film tratti dai fumetti. Ma ci ho fatto l’abitudine, e li sopporto. Sono legato sentimentalmente a Superman The Movie. L’ho rivisto giusto oggi e come sempre mi sono commosso al monologo di Jor-El/Brando. Mi è piaciuto molto il secondo X-Men, Ho trovato Devil divertente, i due Spider-Man ben fatti e molto emozionanti, non mi è piaciuto Hulk. I Batman mi hanno sempre lasciato un po’ freddino. Mi sono piaciuti molto i Blade…

Fumetto e solidarietà si è dimostrato un binomio vincente negli U.S.A.: basti pensare ad Amazing Spider-Man 36 o agli albi benefici realizzati dopo l’attentato al World Trade Center. Pensi che tale esperimento possa essere fatto anche nel nostro Paese?

La solidarietà è sempre una buona cosa. Come si fa a parlare male della solidarietà? Dovrei essere un mostro senza cuore…

Intervista fatta da Leonardo M.C.
 
Top
ro-mario
view post Posted on 21/7/2005, 15:03




molto interessante ed azzeccato l'intervento su quanto contino poco, oggi, in Italia, gli autori di fumetti.
In Bonelli vende Dylan Dog, non Roi, o Piccatto....
ben poche le eccezioni: Enoch, Ortolani... ma confinate in tirature decisamente inferiori.
Gli unici che vendono davvero bene (Manara, Giardino, Serpieri...) fanno i soldi con le edizioni francesi........................
 
Top
Leonardo84
view post Posted on 21/7/2005, 16:10




Giorgio è un grande amico e secondo me sui comics la sa lunga... anzi, la sa veramente lunga. Forse è uno dei massimi esperti di fumetto che potremmo trovare qua in Italia...
 
Top
2 replies since 21/7/2005, 11:17   442 views
  Share